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Villanovatulo

Le più antiche testimonianze archeologiche presenti nel territorio di Villanovatulo, piccolo comune del Sarcidano nella provincia del Sud Sardegna, risultano riferibili all’età del Bronzo antico, a cui si ascrivono le sepolture in grotta di is Janas e di Frumosa. Tuttavia, il sito di maggiore importanza è certamente costituito dal complesso nuragico di Adoni.
L’area archeologica è composta da un nuraghe quadrilobato attorniato da un poderoso antemurale e un villaggio composto da numerose capanne. Le tecniche edilizie utilizzate nella realizzazione di tali strutture attestano varie fasi di costruzione.
Le attività di scavo condotte nell’area hanno permesso di riportare alla luce non solo decine di oggetti in bronzo, come ad esempio asce, punte di giavellotto, puntali di lancia, ma anche numerosi frammenti ceramici di scodelle, ciotole e olle, databili per la maggior parte tra Bronzo recente e finale (1350-1150 a.C. circa).
Tra i ritrovamenti maggiormente rilevanti è degno di nota un frammento di oinochoe bronzea a becco rilevato, tipologia di brocca assai diffusa in Etruria alla fine del 6° secolo a.C., che rimane un unicum tra i materiali d’importazione tirrenica in Sardegna.

Da Villanovatulo proviene anche una singolare statuina in bronzo conservata presso i Musei Nazionali di Cagliari, che mostra una figura maschile nuda con un piccolo otre per liquidi o un askos.

Il ritrovamento di un deposito di vasi interi e frammentari, venuto in luce nel pianerottolo della scala esterna adiacente a una delle torri del nuraghe Adoni, documenta importanti fasi di rioccupazione del complesso anche in età tardoantica (6°-7° secolo d.C.). Degno di nota è infine un tesoretto di monete protovandaliche, provenienti sempre dall’area del nuraghe, ascrivibili al breve periodo in cui la Sardegna fu conquistata dai Vandali (456-534 d.C.).

 

Immagine in evidenza: Nuraghe Adoni – ph. credits – Valentina Leonelli via Wikimedia Commons

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