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Urzulei

La comparsa dei primi insediamenti nel territorio di Urzulei, comune del Supramonte ubicato nella provincia di Nuoro, risale all’epoca nuragica, come testimoniato dai ritrovamenti archeologici.

Tra i siti più importanti troviamo le tombe di giganti di S’Arena, in località Fennau: le due sepolture, realizzate in calcare locale con una struttura isodoma, sono costituite da un corpo absidato rivolto a est, lungo rispettivamente circa 15 metri e mezzo (quella più a nord) e 13 metri e mezzo. Le camere funerarie culminano in un’esedra semicircolare, destinata ai rituali funebri. I due monumenti non sono coevi, ma sono stati realizzati in due momenti diversi, riferibili entrambi a un arco cronologico compreso tra l’età del Bronzo recente e quella del Bronzo finale.
Le due tombe di Giganti di S’Arena risultano ricomprese all’interno di un complesso archeologico più ampio: infatti a poche centinaia di metri di distanza sorgono i resti del nuraghe e del villaggio di Perdeballa. Il nuraghe, che svetta a poco più di mille metri di altitudine, è di tipo complesso e contraddistinto da una struttura alquanto peculiare, dovuta alle condizioni irregolari del suolo; il nuraghe consta infatti di alcuni ambienti realizzati a corridoio e di altri con copertura a tholos. Per quanto riguarda la datazione del nuraghe e del villaggio di Perdeballa, gli scavi hanno restituito materiali inquadrabili tra le fasi finali dell’età del Bronzo medio e l’età del Bronzo recente e finale.

Un altro sito nuragico di particolare importanza è la grotta di Sa Domu ‘e s’Orcu, interpretata da alcuni studiosi come centro di lavorazione del bronzo, in ragione della grande quantità di oggetti in metallo qui rinvenuti. La grotta ha restituito diversi reperti di grande rilevanza, alcuni dei quali oggi conservati presso i Musei Nazionali di Cagliari. Il più noto è il gruppo bronzeo denominato “La madre dell’ucciso”: una figura femminile assisa su uno sgabello, abbigliata con una tunica e avvolta in un mantello, tiene in grembo un giovane che reca sul petto un pugnale a elsa gammata. Il gruppo, datato alla prima età del Ferro (10° – 7° secolo a.C.) è stato interpretato come una sorta di “Pietà” ante litteram, ovvero come una madre che tiene in braccio il giovane figlio morto. Secondo un’ipotesi più recente, invece, la figura femminile sarebbe una rappresentazione tardo nuragica della dea madre. Tra gli altri bronzetti rinvenuti nella grotta di Sa Domu ‘e s’Orcu vi sono anche un arciere, un pastore e un guerriero orante.

In una grotta votiva in territorio di Urzulei, non meglio precisata dal Taramelli (secondo alcuni studiosi da identificarsi con la stessa grotta di Sa Domu ‘e s’Orcu), fu rinvenuta anche una matrice di fusione multipla in cloritoscisto, lunga circa 45 centimetri, le cui superfici laterali sono provviste di prese quadrangolari utili per il trasporto; le facce principali invece mostrano degli incavi per la colatura del metallo a forma di doppia ascia a tagli espansi.

Notevole è anche il villaggio nuragico di Or Murales, composto da un centinaio di capanne organizzate in isolati. L’alzato, in pietre calcaree, si conserva in alcuni casi per ben 3 metri di altezza e comprende l’architrave della porta di accesso. I reperti rinvenuti nel villaggio (tra cui tegami, olle e macine) permettono di riferire l’abitato alle ultime fasi dell’età del Bronzo medio e al Bronzo finale (1500 – 1000 a.C. circa).

 

ph.credits: trolvag via Wikimedia Commons

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