Le più antiche testimonianze di frequentazione umana nel territorio di Tula, piccolo comune del centro nord della Sardegna, in provincia di Sassari, risalgono alla preistoria.
Il sito più interessante, datato tra Neolitico recente e finale, è quello di sa Mandra Manna, che fu abitato in un arco temporale di alcuni millenni, fino all’età bizantina. Il complesso è costituito da una muraglia megalitica di forma semicircolare, un dolmen di piccole dimensioni, un nuraghe a corridoio, una tomba dei giganti, una fonte e due menhir. Il sito, in posizione elevata e quindi facilmente difendibile, è inoltre adatto all’agricoltura e alla pastorizia; questi fattori hanno favorito la sua occupazione fin dall’antichità.
Nella località Coloras si trova una domus de janas che si caratterizza per la forma a fungo; a circa due km dal paese, in località Su Padru, si possono ammirare le domus de janas di Concas.
Durante l’epoca nuragica il territorio di Tula fu intensamente popolato, proprio grazie alla sua posizione strategica; vicino al lago Coghinas, sorgono i nuraghi Occultu, Mazzone e Mannu.
Altre importanti testimoniaze della civiltà nuragica sono il nuraghe S’Arroccu, vicino al quale sono state individuate alcune tombe dei giganti, e il nuraghe Sa Pigalva.
Dal ripostiglio in località Badu ’e Trovu provengono due navicelle votive in bronzo, di cui una, con prua a protome di muflone o ariete, è conservata nei Musei Nazionali di Cagliari.
L’epoca romana è testimoniata dal ritrovamento di monete.
Immagine in evidenza: nuraghe Sa Pigalva – ph.credits – Gianni Careddu via Wikimedia Commons