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Terralba

Le prime attestazioni della presenza umana nel territorio di Terralba, comune in provincia di Oristano nella Sardegna centro occidentale, risalgono al 6° millennio a.C. La fertilità delle sue terre favorì fin dall’antichità la nascita di insediamenti umani, anche grazie alla vicinanza con l’area di Monte Arci, ricco giacimento di ossidiana, pietra vulcanica dalla quale ricavare utensili e armi, e con i pescosi stagni di Marceddì e San Giovanni.

I più importanti siti neolitici sono quelli di Coddus is Abionis, Santa Chiara e Bau Angius. Importante anche il sito in località San Ciriaco, che ha dato il nome all’omonima facies regionale, la cultura di San Ciriaco, sviluppatasi nel Neolitico medio (5° millennio a.C.).

Tra gli insediamenti nuragici figurano i villaggi di Pomata e Coddu su Fennugu. Di particolare interesse è un ripostiglio votivo contenente bronzetti femminili, rinvenuto in località S’Arrideli; tra questi spiccano due statuine di donna orante e offerente e una testa femminile con un singolare copricapo ad ampia falda.
Decisamente consistenti sono le testimonianze di epoca punica: gli scavi archeologici hanno riportato alla luce un gran numero di insediamenti rurali, con una densità unica per la Sardegna, risalenti soprattutto al periodo tra la fine del 5° sec. a.C. e il 3° sec. a.C., connessi allo sfruttamento agricolo del territorio e alle attività vitivinicole.

Terralba fu un fiorente centro anche in età romana. Nella località Pauli Putzu, nel 1960, furono scoperte casualmente dieci tombe di epoca romana, con corredo funerario comprendente piatti, anfore, una moneta, un lacrimatoio e una lucerna.

 

 

Immagine in evidenza: Cattedrale di San Pietro – ph. Gianni Careddu via Wikimedia Commons.

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