La presenza umana nel territorio di Sorradile, comune del Barigadu in provincia di Oristano, è attestata sin dall’epoca prenuragica. La testimonianza più importante, datata tra il Neolitico finale (4000-3300 a.C.) e l’età del Rame (3300-2300 a.C.), è rappresentata dalle domus de janas di Prunittu, comprendenti 15 sepolture pluricellulari, ossia costituite da più ambienti. Fra di esse quella di maggior interesse è la tomba 10, detta sa Cresia (la chiesa), caratterizzata da un’ampia anticella, sulla cui parete di fondo, in posizione rialzata rispetto al pavimento, sono ubicati due portelli di accesso ai vani successivi.
Altri siti di rilievo sono le necropoli di Sas Lozas, costituita da cinque domus decorate con soffitti e pareti con lesene in rilievo, fossette votive, scanalature, e quella di Isterridorzu, formata da sei ipogei. Anche questi complessi sono datati tra la fase finale del Neolitico e l’età del Rame.
Fra le importanti attestazioni di epoca nuragica figurano resti di capanne e numerosi nuraghi: Urasala, S’Oròstulu, Candala, Iscova, Zavò, Sa Femina, Zuri, Trubavèle, Muros de pedde, S’ena, Crabosu, Sas Lozzas, Tòlinu, Marzeddu, Crabarzos e Funtana ‘e Mura. Molti di essi risultano oggi sommersi dalle acque del lago Omodeo.
Il nuraghe Furru de sa Teula fu trasformato in tempi recenti in forno per la cottura di tegole.
Nella località Su Monte, presso il lago Omodeo, si trova un villaggio-santuario nuragico, interamente delimitato da un recinto murario che racchiude cinque ambienti collegati all’edificio principale del complesso cultuale, ossia il tempio, inglobando al suo interno anche alcune capanne.
Il tempio è composto da un atrio a pianta trapezoidale con banconi-sedili alla base delle pareti laterali e una grande camera circolare con tre nicchie; al centro dell’ambiente è collocata una “vasca-altare” in pietra, nel cui profilo è inglobato un modellino di nuraghe monotorre.
Il sito, ubicato a circa 2 km dal centro abitato, fu frequentato tra il Bronzo finale e la tarda età punica.
Gli scavi hanno restituito numerosi reperti ceramici: ciotole carenate, scodelloni, brocche askoidi, olle globulari, reperti litici e bronzi votivi, tra cui una navicella con prua a protome di ariete.
Con un salto cronologico si arriva al 1200, periodo in cui la realizzazione di nuovi complessi ecclesiastici portò all’erezione della chiesa di San Pietro di Zuri.
foto in evidenza: domus de janas di Prunittu – ph.credits – Gianni Careddu via Wikimedia Commons