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Soleminis

Le testimonianze di frequentazione umana nel territorio di Soleminis, comune del sud Sardegna, sono attestate fin dall’antichità. La domus de janas de s’Acqua ‘e is Dolus (l’acqua dei dolori), scavata nella roccia, risalirebbe ad un periodo compreso tra la fase finale del Neolitico e l’età del Rame (3500 – 2700 a.C.).
Importanti siti archeologici prenuragici, datati al 3° millennio a.C. circa, sono quelli di Facc’ e Idda e Is Calitas.
L’area archeologica di Cuccuru Cresia Arta oggi si trova purtroppo in stato di abbandono; in cima alla collina si trova una fornace di epoca nuragica.
Di particolare interesse è la necropoli di Is Calitas, costituita da sepolture collettive del tipo a fossa, scavate in parte nel terreno e in parte nella roccia. Il sito, databile al Bronzo Antico (2300 – 1700 a.C.) e ascrivibile alla Cultura di Bonnannaro, ha restituito numerosi e ricchi corredi comprendenti ceramiche, oggetti in bronzo e oggetti di ornamento. Tra i vari reperti spiccano vasi tripodi, scodelle, tazze carenate, un brassard in pietra (una placchetta di forma rettangolare o ellittica provvista di 2 o 4 fori forse utilizzata dagli arcieri per proteggere la parte inferiore dell’avambraccio dalla corsa di ritorno della corda dell’arco) e diverse collane costituite da vaghi in osso, conchiglie, zanne di cinghiale, denti di animali. Questi reperti sono esposti nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Immagine in evidenza: chiesa di San Giacomo (ph.credits: piantisergio, CC BY 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/3.0>, via Wikimedia Commons

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