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Simaxis

Importante centro a vocazione agricola del Campidano, il comune di Simaxis si trova in provincia di Oristano. La prossimità con l’area di Monte Arci, unico giacimento di ossidiana presente in Sardegna, vero e proprio oro nero dell’antichità e la fertilità delle sue terre ne hanno favorito il popolamento fin dall’antichità. L’ossidiana, vetro di origine vulcanica, facilmente scheggiabile e tagliente, veniva lavorato per ricavare lame, punte di freccia e altri strumenti utili alla caccia.
Sono state rinvenute tracce di due villaggi risalenti al Neolitico recente, cultura di Ozieri; a questo periodo preistorico sono ascrivibili una statuina in arenaria, di difficile interpretazione in quanto priva degli attributi sessuali, conservata all’Antiquarium Arborense a Oristano e una pisside in pietra, con vasca troncoconica, tre larghi piedi a lingua in trachite e decorata con motivi geometrici nella parte esterna, attualmente esposta nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
All’età del Rame, cultura di Filigosa (3000 – 2500 a.C.), è invece ascrivibile la statuina di divinità femminile in calcite, proveniente dal villaggio preistorico di Su Cungiau de is Fundamentas, anch’essa esposta nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Si tratta di una raffigurazione di dea madre del tipo “a traforo”, con occhi circolari incisi, collo cilindrico, seni conici e busto di forma trapezoidale.
Il territorio di Simaxis fu intensamente popolato in epoca nuragica; di questa fase rimangono i resti di un nuraghe.
Fu un centro popoloso anche in epoca fenicio-punica e romana.
L’epoca bizantina è attestata da tre chiese dedicate a santi del mondo cristiano orientale: i ruderi delle chiese di San Nicolò di Mira e dell’Angelo, a cupola emisferica, e la chiesa di San Teodoro di Amasea.

Immagine in evidenza: chiesa di San Teodoro (ph.credits: Gianni Careddu, , via Wikimedia Commons

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