Santadi è un paese del basso Sulcis, nella Sardegna sud occidentale, il cui territorio è abitato fin dal Neolitico, come attestano i ritrovamenti in ripari sotto roccia o nelle grotte naturali.
Al Bronzo medio e recente (civiltà nuragica) si data la monumentale tomba dei giganti di Barrancu Mannu, costruita con grossi blocchi di granito.
Del tutto particolare è la Grotta di Su Benatzu, una grotta santuario, dove fu rinvenuto uno straordinario deposito votivo databile tra il Bronzo finale e il Primo Ferro, esposto in parte al Museo Archeologico di Cagliari e in parte al Museo Civico di Santadi.
Uno dei siti archeologici più importanti del territorio è Pani Loriga, posto su un modesto rilievo a 20 km dal mare e in collegamento visivo con l’Isola di Sant’Antioco. La stessa posizione lascia intuire l’importanza strategica della collina, a controllo delle vie di penetrazione verso le fertili pianure del basso Campidano, la valle del fiume Cixerri e soprattutto verso le aree minerarie del Sulcis.
Nel Bronzo medio, infatti, viene qui costruito il Nuraghe Diana, mentre dalla fine del 7° secolo a.C. si stabilisce una comunità sardo-fenicia.
Con l’età punica si insedia un vasto insediamento fortificato il cui fulcro principale è l’acropoli.
Ai suoi piedi sorge un abitato che doveva accogliere un centinaio di persone e dal quale provengono ceramiche di un certo pregio.
Sul versante occidentale una necropoli con poche tombe a camera era verosimilmente riservata all’èlite cartaginese.
Su quello orientale le numerose terrecotte votive di età fenicia e romano-repubblicana testimoniano la presenza di un’area sacra.
In età romana la collina viene abbandonata e la popolazione si trasferisce altrove. Non mancano, tuttavia, tracce di una frequentazione successiva, come ben testimoniano le fibbie ed altri oggetti metallici di epoca bizantina rinvenuti nelle tombe puniche.
Per l’epoca romana sono note, infine, anche le strutture termali in località Is Figueras.
Immagine in evidenza: Pani Loriga
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