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Samassi

Samassi è uno dei centri più importanti del Campidano centrale, la fertile pianura che attraversa la Sardegna meridionale. I più antichi insediamenti umani nel territorio di Samassi sono attestati nel Neolitico recente (3500 a.C.). Sono stati rinvenuti numerosi reperti risalenti al periodo prenuragico, tra i quali asce, teste di mazza, fusaiole e strumenti in ossidiana utilizzati per la caccia e per lo svolgimento delle attività domestiche. In diverse zone dell’abitato, in particolare a Palaziu, sono attestate evidenze pertinenti alla cultura di Bonnannaro e di Monte Claro.
Tra i ritrovamenti più importanti, in località Sa Mandara, figurano un busto frammentario in arenaria, forse un personaggio maschile, e un idolo con tratti antropomorfi scolpito su un masso ellissoidale in granito giallo, forse un’immagine di culto. Entrambi si riconducono alla Cultura di Bonu Ighinu, nel Neolitico Medio, e sono attualmente esposti ai Musei Nazionali di Cagliari.
La fase nuragica è testimoniata dai resti di un nuraghe in località Stani e in località Sa Uga.
In diverse località, tra cui Palamuras, Stani, Sa Uga, Santa Maria, Perda Moi, resti di insediamenti e di necropoli testimoniano la fase di età romana, durante la quale questo insediamento era indubbiamente una delle principali comunità rurali del Campidano.
Di rilievo, infine, è stata la scoperta nel colle di San Gemiliano, dove sorge l’omonima chiesa romanica, di una necropoli con tombe a camera con volta a botte, realizzate con grandi blocchi di trachite squadrati, testimonianza dell’epoca vandalica alla metà del 5° secolo d.C.

Immagine in evidenza: chiesa di San Gemiliano

ph.credits: Corrado, CC BY 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/3.0>, via Wikimedia Commons

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