Il territorio di Fluminimaggiore nell’Iglesiente mostra tracce di frequentazione che risalgono fino al Neolitico come la Grotta di Punta Pilocca.
In località Canali Bingias si trovano due muraglie megalitiche risalenti all’età del Rame, in un’area sfruttata anche come cava in età punica e romana. La zona è infatti ricchissima di metalli, la cui estrazione ebbe inizio nella preistoria per poi proseguire in maniera più estesa in età romana, quando probabilmente fu fondato il centro di Metalla, cui erano destinati coloro che erano costretti ai lavori forzati nelle miniere, i “damnati ad metalla”.
All’età del Bronzo è datata la Grotta di S’Oreri, in cui sono state rinvenute sepolture risalenti alla Cultura di Bonnanaro nei pressi di un edificio di età nuragica.
Sul territorio sono presenti anche alcuni nuraghi: Conca Muscioni e Su Pitzu Tundu.
A sud est del paese si trova la grotta di Su Mannau, oggi visitabile a scopo turistico, utilizzata come luogo di culto ipogeico dedicato all’acqua. All’interno sono state rinvenute numerose lucerne votive di epoca romana e reperti più antichi risalenti alla civiltà punica.
Nella valle del rio Antas si trova il santuario omonimo, la cui fase più recente e meglio conservata risale all’età romana, quando vi si venerava il Sardus Pater. Il luogo era frequentato sin dall’età nuragica e, nonostante non vi siano tracce del santuario nuragico, è presente a poca distanza un sepolcreto con tombe singole a pozzetto datato all’età del Ferro (9°-8° sec. a.C.).
In epoca punica il santuario fu dedicato al dio Sid, cui venne dato anche l’attributo di Babai, e conobbe almeno due fasi edilizie.
Dopo l’epoca punica il tempio conobbe una prima ristrutturazione in età augustea (fine 1° sec. a.C.); a questa seguì un totale rifacimento in forme monumentali nel 3° secolo sotto il principato di Caracalla.
Il tempio assunse così l’aspetto presentato nell’attuale restauro, con un portico anteriore di 4 colonne con capitello ionico che sorreggono un architrave con la dedica al Sardus Pater, divinità indigena, identificata come la trasposizione del dio Sid.