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Abbasanta

Nei dintorni del paese di Abbasanta, in provincia di Oristano, sono presenti notevoli tracce di frequentazione umana che risalgono fino al Neolitico. Vi si trovano domus de janas, come quelle di Chirighiddu, dolmen a Mesu Enas e sepolture ad allée couverte. Ad epoca nuragica risale un gran numero di tombe di giganti (Sos Ozzastros, Mesu Enas, Cantari, Mura de Sorighes, Sa Tanchitta, Perda Crappida, su Pranu), il pozzo sacro di Calegastea e numerosi nuraghi, tra cui i nuraghi Aiga e Zuras e il nuraghe Losa, uno dei più importanti della Sardegna.
Il Losa è un nuraghe complesso a pianta trilobata, edificato in blocchi di basalto con un mastio centrale e, intorno ad esso, tre torri minori. Un antemurale intervallato da torri protegge il complesso e le capanne circolari che formavano il villaggio. La vita del sito comincia nel Bronzo Medio (15° sec. a.C.) e prosegue senza soluzione di continuità fino almeno all’età del Ferro (7° sec. a.C.) con una frequentazione a scopo funerario che prosegue fino al 7°-8° sec. d.C.
Il nuraghe Aiga pur essendo meno noto è di grande interesse. Si tratta di un nuraghe complesso a pianta trilobata, in cui si conservano in ottime condizioni la tholos del livello inferiore ed eccezionalmente anche quella del primo piano.
Nel territorio è possibile rintracciare tracce di età romana che rimandano alla statio Ad Medias, posta lungo la via che da Karales (Cagliari) conduceva a Turris Libisonis (Porto Torres). L’insediamento era posto in prossimità delle sorgenti Funtana Noa e Funtana de Jossu. Da qui il nome di Ad Medias Acquas, da cui si è evoluto l’attuale nome Abbasanta, Aba Sancta (acqua santa), già presente in età giudicale.

 

 

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