Le testimonianze archeologiche più importanti presenti nel territorio di Villanovafranca, centro della Marmilla nella provincia del Sud Sardegna, risalgono quasi tutte all’età nuragica, sebbene la zona sia stata abitata sin dalla preistoria e successivamente anche in epoca romana e medievale.
Tra i numerosi nuraghi che costellano il territorio (tra cui Tuppedili, Perdu Atzeni e Paberi), si distingue il complesso nuragico di Su Mulinu.
L’area archeologica si compone di un maestoso nuraghe, circondato da un ampio antemurale, e di un esteso villaggio di capanne. Il nuraghe Su Mulinu è un edificio articolato e dalla struttura anomala, che costituisce il risultato della sovrapposizione di più fasi costruttive: l’impianto più antico, datato alle prime fasi del Bronzo medio, è costituito da un protonuraghe, oggi visibile solo parzialmente. A questa struttura si sovrappongono le fasi più recenti, contraddistinte dalle tipiche coperture a tholos, risalenti all’età del Bronzo recente e finale. Sin dalla fase più antica il monumento risulta racchiuso in una cinta antemurale alquanto peculiare.
Ma è nella fase dell’età del Ferro (10° secolo a.C. circa) che il sito ci riserva la sorpresa maggiore. Nel vano E fu eretto un grande altare in arenaria riproducente un bastione del nuraghe, che dimostra in maniera chiara la trasformazione del nuraghe in luogo di culto. Evidenti tracce testimoniano che le due facce a vista dell’altare erano coronate da oggetti in bronzo.
Gli strati superiori del nuraghe hanno restituito reperti tardo-punici e romano-repubblicani, che indicano come il sito fu successivamente riutilizzato in età punica, romana e anche medievale.