Nel territorio di Siniscola, centro principale delle Baronie, nella costa nord orientale della Sardegna, in provincia di Nuoro, sono state rinvenuti numerosi reperti risalenti all’età preistorica. Nelle dune di Capo Comino furono ritrovati microliti geometrici in selce e ossidiana, pietre utilizzate dall’uomo in antichità, prima della scoperta dei metalli, e databili al Neolitico antico (5800 – 4800 a.C.). Tracce di frequentazione umana, sempre ascrivibili al Neolitico, sono state documentate all’esterno della grotta di Elène Portiche e nell’area circostante, con il rinvenimento di frammenti di vasi decorati e valve di conchiglie forate.
Di epoca successiva è la domus de janas, in località Cuccuru ‘e Janas, “collina delle fate”; si tratta di una tomba ipogeica scavata nel scisto e caratterizzata da camere funerarie disposte a raggiera.
Altre grotte frequentate fin dalla preistoria sono quella di Bona Fraule in cui sono state trovate armi in ferro, sa Prejone ‘e Orcu, utilizzata come luogo di sepoltura e di culto in età nuragica, Gana ‘e Gortoe ricca di concrezioni calcaree (stalattiti e stalagmiti) e sa Conca ‘e Locoli, una grotta naturale da cui sbocca un fiume sotterraneo ai piedi del Monte Albo.
L’età nuragica è attestata da circa trenta siti, tra cui numerosi nuraghi: Sas Piperas, situato su uno strapiombo del Monte Albo, Sa Gurutta sul Monte Lattu, Gorropis ai piedi del Monte Tintiri, Conca Umosa e Paule ‘e Luca, ubicati nella valle di Berchida, e il nuraghe a corridoio Sa domo bianca, presso la foce del rio di Siniscola all’interno del giardino di un’abitazione. Di grande interesse è anche il nuraghe Pizzinnu, che ha restituito in passato importanti reperti nuragici tra i quali una pinza da fonditore.
Presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari sono esposte alcune spade con presa a lingua in bronzo provenienti dal ripostiglio di Oroè e una protome di animale provvisto di corna appartenente ad una navicella in bronzo, da Bona Fraule.
Si segnalano inoltre le tombe dei giganti Sas Kolovranas, a blocchi di granito disposti a filari, Su Itichinzu, Su Piccante, realizzata con grosse pietre infisse sul terreno e i villaggi nuragici di Luthuthai e Rempellos.
Consistenti sono le attestazioni dell’intenso popolamento in età romano-repubblicana e imperiale: numerosi sono infatti i siti, tra cui in località Lonne, Sant’Elene, San Giuseppe, che hanno restituito monete, frammenti di ceramica e alcune sepolture. Rinvenimenti risalenti all’epoca romana sono stati effettuati anche nell’odierno centro abitato, con il ritrovamento di alcune urne cinerarie e di un ripostiglio di denarii di età repubblicana.
Immagini: tomba dei giganti “Su piccante” – ph.credits: Gianni Careddu,, via Wikimedia Commons