Il territorio di Selargius, comune della città metropolitana di Cagliari, fu intensamente popolato fin dall’epoca preistorica. Testimonianza di questa frequentazione è il villaggio eneolitico di Su Coddu (4° – 3° millennio a.C.), uno dei principali insediamenti prenuragici sia per estensione che per importanza dei ritrovamenti.
Ubicato alla periferia settentrionale dell’odierno abitato di Selargius, esso contava circa 150 capanne, con pozzi, silos per la conservazione di derrate alimentari e focolari, su una superficie di circa 10 ettari, arrivando a lambire lo stagno di Molentargius.
La copertura delle capanne, alcune con pianta articolata, era realizzata con una intelaiatura lignea e frasche, rivestita da argilla pressata, poggiante sul terreno tramite dei pali di cui sono state rinvenute le buche di inserimento.
Tra i reperti ritrovati figurano vasi tripodi, ciotole, scodelle, olle, punte di zagaglia in ossidiana, conchiglie, strumenti di lavoro in pietra, statuine di dea madre di tipo cruciforme in marmo e alcuni manufatti in rame.
Il sito fu frequentato a partire dalla metà del 4° millennio a.C., in un periodo compreso tra il 3200 e il 2600 a.C. circa, ed è ascrivibile alle culture di Ozieri e sub-Ozieri.
Altri villaggi prenuragici sono quello di Staineddu e di Cuccuru Matt’e Masonis.
All’epoca nuragica risale il pozzo sacro di Santa Rosa, poco distante dal centro abitato. La sua struttura è quella tipica dell’ipogeo templare, molto diffusa in Sardegna.
Risale invece al periodo della dominazione romana il sarcofago custodito nella chiesa di San Lussorio, splendido esempio di architettura romanica, e alcuni capitelli e colonne della chiesa di San Giuliano, provenienti da un edificio di epoca romana.