I primi insediamenti umani nel territorio di Segariu, comune del Sud Sardegna, risalgono alla preistoria, come attestato dal ritrovamento di un villaggio neolitico, composto da cinque capanne, nella località “Costa Facci e Bidda”, a Nord Est del centro abitato. Sono stati rinvenuti vasellame, strumenti derivati dalla lavorazione dell’ossidiana, ma anche reperti legati alla produzione metallurgica del rame e resti di pasto (per lo più ossa di animali domestici e valve di molluschi di mare).
Dalla località Cott’e Baccasa, proviene una statuina di divinità femminile in arenaria quarzosa, in posizione assisa, con le braccia conserte al seno, glutei pronunciati e cosce voluminose, viso caratterizzato dallo schema sopracciliare a “T” in rilievo e naso a pilastrino; risale al Neolitico Medio (4800 – 4300 a.C.), ambito culturale Bonu Ighinu, ed è attualmente esposta nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Fra le evidenze della presenza umana in età prenuragica figura la necropoli di Sa Tumba, al confine con Furtei, costituita da quattro domus de janas.
All’età nuragica risalgono il nuraghe Fraga Morus, edificio monotorre del quale oggi rimangono le rovine delle mura perimetrali, e il complesso nuragico di Sant’Antonio, portato alla luce solo in maniera parziale, caratterizzato da una struttura quadrilobata, ovvero mastio centrale e quattro torri laterali, ubicato in prossimità del centro abitato.
La zona orientale contigua al nuraghe ma anche parte degli ambienti interni ad esso, hanno restituito evidenti tracce di un vasto insediamento di età tardo – punica.