Il territorio di San Vito, comune ubicato nella Sardegna sudorientale, fu abitato fin dall’antichità. Esso è infatti ricco di siti preistorici, in particolare del periodo prenuragico e nuragico.
A San Priamo, frazione di San Vito, sulla cima dell’omonimo Monte, sorge un santuario del 13° secolo a.C.; in tale sito si registra una frequentazione umana sin dal Neolitico recente (4300-4000 a.C.), attestata dalla presenza di una domus de janas, da cui sgorga una sorgente dalle acque; a tale fonte, sede di un antichissimo culto delle acque, la tradizione attribuisce poteri miracolosi. Ai piedi della chiesetta di San Priamo si trovano il nuraghe Asoru, costituito da un mastio centrale cui fu aggiunto in epoca successiva un bastione trilobato, e una tomba dei giganti.
Nella località Sa Conserva (o Nurasci) gli studiosi hanno individuato tracce di un insediamento del Neolitico finale (4000-3300 a.C.), afferente alla Cultura di Ozieri, con reperti di ossidiana e ceramica.
Altre testimonianze preistoriche di rilievo sono il nuraghe Genna Mesa e la necropoli di Pranu Narbonis, composta da un gruppo di tre domus de janas scavate nella roccia, risalenti alla seconda metà del 4° millennio a.C. e utilizzate anche dalle genti della Cultura del Vaso Campaniforme e della Cultura di Bonnannaro.
Nel territorio rimangono tracce anche della fase punica e di quella romana.
Nel Medioevo San Vito entrò a far parte del Giudicato di Cagliari e successivamente di quello di Gallura.
Immagine in evidenza: nuraghe Asoru
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