L’antica città di Bitia, il cui nome fenicio era Byt’n (Bitan) fu fondata almeno alla fine del 8° sec. a.C. sul promontorio dove ora sorge la Torre di avvistamento di Chia, stupenda località di mare del comune di Domus De Maria. Sull’altura si trovavano l’acropoli della città e il nucleo più antico dell’insediamento.
La città si trovava stretta verso l’entroterra tra lo stagno, ancora presente, e l’area paludosa intorno alla foce del Rio Chia. La presenza del promontorio, del fiume, l’approdo riparato e anche il piccolo isolotto di Su Cardolinu di fronte alla costa sono elementi che i Fenici prediligevano nella scelta dei luoghi in cui installarsi.
L’isolotto era stato eletto come luogo per il tofet, il santuario a cielo aperto con le urne contenenti le ceneri dei bambini della comunità nati morti o morti in tenera età. In età fenicia si trattava di una semplice area sacra in cui le urne cinerarie erano deposte direttamente sul terreno o in ciste litiche.
Sul versante settentrionale del promontorio della Torre si trovava il tempio dedicato al dio Bes, scavato nel 1933 dall’allora Soprintendente alle Antichità Antonio Taramelli.
Sempre a Taramelli si deve il primo ritrovamento della necropoli fenicia e di una parte dell’abitato romano, avvenuto nel 1926 a seguito di una mareggiata. Le sepolture erano infatti ricavate nella duna sabbiosa a ovest della Torre, ed erano scavate direttamente nel terreno o protette da lastre di pietra (sepolture a cista litica). Si tratta di tombe a incinerazione con ricchi corredi composti da ceramiche fenicie e in alcuni casi di importazione etrusca.