Breadcrumbs
Corpo Pagina
Alghero

Le più antiche testimonianze della presenza umana nel territorio di Alghero risalgono al Neolitico antico e sono state ritrovate nella Grotta Verde nel promontorio di Capo Caccia, usata come luogo di sepoltura e forse anche come luogo di culto.
La grotta, oggi semi sommersa, ospitava una necropoli che ha restituito numerosi reperti di ceramica cardiale. Le pareti della cavità erano decorate da graffiti che attestano il valore sacro che i frequentatori preistorici attribuivano alla grotta.

Nel territorio di Alghero sono stati portati alla luce i resti di numerosi altri siti archeologici, come la necropoli neolitica a domus de janas di Anghelu Ruju, la più vasta finora ritrovata, composta da 38 tombe, riutilizzata fino all’età del Bronzo.
Le sepolture erano costituite da una o più camere scavate nella roccia, comunicanti e spesso decorate con pilastri, protomi taurine e simboli legati al mondo ultraterreno, incisi sulla superficie delle pareti.

Al periodo nuragico risalgono numerose tombe dei giganti (Carraxiu, Paula Tolta, Serra Ona, etc.) e nuraghi (Barualdu, Biancu, Crabile de Rodeddu, Cubalciada, Fighera, etc.), tra cui spicca il nuraghe trilobato di Palmavera, con un esteso villaggio.

A poca distanza, nella baia di Porto Conte, si trova il sito di Sant’Imbenia, datato all’età del Ferro, un’importantissima testimonianza di “emporion” in cui le genti nuragiche commerciavano con i mercanti orientali, in particolare fenici.

 

ph. credits:

foto in evidenza – Romina Cariga, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

foto a fine articolo – Gianni Careddu, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

 

Domus de janas di Anghelu Ruju

 

Torna su