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#racconti dal Museo Archeologico di Cagliari. Puntata 85
Testina di guerriero in bronzo con copricapo piumato

Bentornati per la nuova tappa del tour virtuale del Museo Archeologico di Cagliari.

Oggi ci troviamo davanti ai reperti ritrovati nel territorio dei comuni di Villasor, San Sperate e Decimoputzu.

Nel 1989 in località Perda Lada, in agro di Decimoputzu, fu scavata una piccola sepoltura ipogeica risalente al Neolitico recente e in uso anche nella prima età del rame (3300 – 2900 a.C.). Il corredo esposto si riferisce alla fase culturale chiamata Sub–Ozieri ed è composto per la maggior parte da vasi miniaturistici, caratteristici del rituale funerario in uso nella Sardegna di questo periodo.
Tra gli oggetti di corredo vi sono le piccole coppe su piede con anse a foro passante, un’olla, una serie di bicchieri e di tazze e le punte di freccia in ossidiana.
Sempre a Decimoputzu fu indagata nel 1987 una sepoltura in località Sant’Iroxi, nota con il suggestivo nome di “Tomba dei Guerrieri”. Si tratta di una domus de janas scavata nell’arenaria, con corridoio e due celle, risalente alla cultura di Ozieri (Neolitico recente e finale 4300-3300 a.C.). Il suo utilizzo durò fino alla cultura di Bonnanaro (Bronzo Antico 2300-1700 a.C.) come testimoniano gli oggetti di corredo: i tripodi, la tazzina e il bicchiere con quattro anse, le lesine, un punteruolo e un minuscolo pugnaletto di rame e i più recenti vasi a collo, scodelle, bicchieri, pugnali e spade in rame, risalenti alla fase di passaggio tra Bronzo antico e medio. È la presenza delle armi nei corredi funerari posti a fianco dei defunti in posizione rannicchiata, ad aver fruttato alla sepoltura l’appellativo di “tomba dei guerrieri”.
Da Decimoputzu proviene anche un frammento di bronzetto nuragico, rinvenuto nel 1850 nell’abitato moderno. Rimane solo la testa con una corona o un copricapo di piume. Un altro bronzetto frammentario di arciere proviene dal ripostiglio di Monte sa Idda, di cui parleremo nelle prossime puntate.
Da Villasor proviene un bronzetto femminile con una cesta sul capo. Si tratta di una figura di offerente vestita di una semplice tunica. La datazione in assenza di dati di contesto è compresa tra 8° e 7° secolo a.C.
In località Su Scusorgiu (o anche Santu Iaccu o Santu Miali) di Villasor furono scoperte casualmente 40 spade forse in origine raccolte all’interno di un ripostiglio. Sono lunghe da 120 a 140 centimetri, con uno stretto codolo per l’innesto dell’immanicatura e la lama di media larghezza con costolatura centrale. Alcune conservano i ribattini per l’immanicatura e una mantiene ancora l’elsa cornuta e a manico pieno.
Le spade sono databili al Bronzo recente o finale, anche in considerazione dei rapporti, comunque molto generici, della spada con elsa cornuta con spade di fabbricazione e cultura micenea.
L’ultimo oggetto esposto nella vetrina è la famosa maschera ghignante punica di San Sperate a cui dedicheremo il prossimo appuntamento.

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