Bentornati al nostro tour virtuale del Museo Archeologico di Cagliari!
Oggi vedremo da vicino alcuni reperti ritrovati a Neapolis (Guspini ) all’interno di un deposito votivo, da cui provengono numerose altre statuette in terracotta raffiguranti devoti sofferenti.
Queste figurine plasmate manualmente, indicano con le loro mani la parte del corpo dolorante per invocare la guarigione da parte di una divinità salutifera.
I devoti che vi mostriamo indicano chi il capo, sede probabilmente del male, chi l’occhio, chi i genitali e chi la bocca. Tutte indifferentemente esprimono dolore e sofferenza e nella loro poca raffinatezza sono la manifestazione di una religiosità popolare tanto diffusa nella Sardegna punica.
Il deposito votivo indicherebbe la presenza nelle immediate vicinanze di un luogo di culto risalente ad epoca punica, in particolare tra il 4° e il 3° secolo a.C.
Le statuette di Neapolis possono essere confrontate ai devoti di Bithia (Chia – Domus de Maria), che pur differenti nella forma (il corpo è reso in forma di bottiglia) avevano la medesima finalità di indicare la sede del male alla divinità guaritrice, in quest’ultimo caso presumibilmente il dio Bes.