Continuate a seguirci nel nostro tour virtuale tra i reperti esposti nelle vetrine del Museo Archeologico di Cagliari.
Oggi vedremo da vicino un reperto esposto nel percorso cronologico nella vetrina 24, dedicata alla religiosità nella Sardegna punica.
Si tratta di una figurina femminile ritrovata a Neapolis (Guspini) all’interno di un deposito votivo, da cui provengono numerose altre statuette in terracotta raffiguranti devoti sofferenti. Le figurine realizzate a mano indicano con le mani la parte del corpo dolorante per invocare la guarigione da parte di una divinità salutifera.
La devota che vi mostriamo indica il capo, sede probabilmente del male, ma molte altre indicano gli occhi, un’altra i genitali, un’altra ancora la bocca. Il deposito votivo indicherebbe la presenza nelle immediate vicinanze di un luogo di culto risalente ad epoca punica, in particolare tra il 4° e il 3° secolo a.C.
Le statuette di Neapolis possono essere confrontate ai devoti di Bitia, che pur differenti nella forma (il corpo è reso in forma di bottiglia) avevano la medesima finalità di indicare la sede del male alla divinità guaritrice, in quest’ultimo caso presumibilmente il dio Bes.