All’alba del 4 maggio, dopo la celebrazione della Santa Messa, Sant’Efisio riparte da Pula per il viaggio che lo riporterà nella sua chiesa di Stampace a Cagliari. Il Santo percorre le stesse tappe dell’andata, ma molto più rapidamente; a tarda sera arriva a Giorgino, dove indossa nuovamente le vesti cittadine, i gioielli e i preziosi ex voto e risale sul suo cocchio di gala.
Alle porte della città di Cagliari Sant’Efisio è accolto da migliaia di fedeli, che lo hanno atteso fino a notte inoltrata in viale La Plaia: l’ufficialità e lo sfarzo della cerimonia di Calendimaggio lasciano spazio a una celebrazione più sobria e dimessa, nel segno della fede e della devozione, resa suggestiva dal lento incedere della processione notturna alla luce delle fiaccole. Ma sono soprattutto gli abitanti di Stampace a rendere onore al ritorno del Santo, riversandosi numerosi nelle strade attorno alle chiese di Sant’Efisio e Sant’Anna. Così, dopo la sfilata dei numerosi gruppi in abito tradizionale all’antico canto del rosario in sardo e l’arrivo dei Miliziani e poi della Guardiania, compare finalmente il cocchio del Santo, che viene sistemato al centro della chiesa a lui dedicata. Infine, dopo la benedizione eucaristica, il Presidente dell’Arciconfraternita dichiara ufficialmente conclusa la festa pronunciando l’antica formula: “Illustrissimo Signor Alter nos, Reverendissimo Signor Decano, potete riferire al Consiglio civico e al Capitolo metropolitano che il voto è stato sciolto. Atrus annus!”.
Gabriele Demurtas
Traduzione a cura di:
Gabriele Demurtas, Giusy Pitzeri
Fotografie di Giuliano Spiga