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#racconti dal Museo Archeologico di Cagliari. Puntata 96

Il tour virtuale del Museo Archeologico di Cagliari fa tappa davanti ai reperti provenienti da Villa San Pietro e Sarroch, due comuni della porzione occidentale del golfo di Cagliari.
Nel territorio di Villa San Pietro si trova la tomba dei giganti di Perda ‘e Accuzzai, risalente all’età del Bronzo recente, tra il 13° e la fine del 12° sec. a.C.
Questa sepoltura di età nuragica è costituita da una camera funeraria semipogeica lunga e stretta, preceduta da un angusto corridoio. La tomba è stata ricavata nella dorsale di un piccolo rialzo con l’escavazione del terreno e la costruzione della camera con grosse pietre parzialmente lavorate e ciottoli fluviali.
Il corredo era costituito da una grande olla con orlo ingrossato, un’altra olla analoga ma più bassa e più larga e un vasetto miniaturistico che ripete la forma dei vasi più grandi. Accanto a questi oggetti fu trovata anche una lunga accetta in pietra dura, numerosissimi elementi di collana in pasta vitrea, un piccolo pendente in bronzo e una rosetta in pasta verde acqua.
In età romana imperiale la tomba fu riutilizzata, come testimoniano i numerosi frammenti ceramici.

Nella stessa vetrina sono esposti reperti provenienti da diversi siti del territorio di Sarroch. Tra questi un piatto e un’olla rinvenuti all’interno di una piccola tomba di cultura Monte Claro, risalente alla seconda età del Rame (2900-2300 a.C.).
La tomba di Crux’e Màrmuri fu scoperta fortuitamente nel 1974 durante i lavori di sbancamento nell’area industriale di Sarroch.
La sepoltura è stata ricavata in una fossa terragna foderata con blocchi di pietra disposti a filari sovrapposti; la copertura era costituita da tre lastre affiancate. Le sue dimensioni e la presenza di due soli vasi di corredo e di poche schegge di ossa al centro del vano permettono di ipotizzare la presenza di un solo defunto deposto in posizione contratta sul fianco sinistro come documentato in altre sepolture riferibili alla cultura di Monte Claro.
Negli anni ‘20 del Novecento alle falde del Monte Arrubiu in territorio di Sarroch fu casualmente rinvenuto un ripostiglio di bronzi nuragici.
Nei pressi di una capanna, interrato poco in profondità, si trovava un recipiente in terracotta con asce in bronzo e panelle di rame all’interno. Si potrebbe trattare del ripostiglio di un fonditore, data la presenza delle panelle e di alcune asce piatte che conservano ancora le sbavature di fusione, quindi non ancora sottoposte alla rifinitura finale.
L’ascia piatta con due occhielli richiama l’ambito iberico e testimonia il ruolo notevole occupato dalla Sardegna nell’ambito dei traffici del Mediterraneo nell’età del Bronzo.

Sito fondamentale per la conoscenza dei rapporti tra la Sardegna nuragica e il mar Egeo è il nuraghe Antigori, posto su un’altura a breve distanza dalla costa nei pressi dell’attuale area industriale di Sarroch.
Il nuraghe fu costruito inglobando la roccia naturale e adattando la struttura difensiva per cingere completamente la sommità del colle. Attorno al nuraghe si conservano i resti di un piccolo agglomerato di capanne, mentre a valle sono state individuate due tombe dei giganti.
All’interno del nuraghe sono stati rinvenuti numerosi frammenti di ceramica micenea, databile al Miceneo III B e III C, ossia tra il 1300 a.C. e il 1050 a.C. Erano inoltre presenti frammenti di vasi attribuibili a fabbriche periferiche quali quelle cipriote e cretesi che hanno subito l’influsso di modelli micenei, oltre a ceramica di imitazione, di produzione nuragica.
All’interno di un vano sono stati rinvenuti inoltre numerosi pesi da rete in terracotta.
La ceramica nuragica, composta da ciotole, scodelle, conche e orcioli, è rappresentata soprattutto da frammenti con superfici ben rifinite, lucenti, talvolta color grigio ardesia.

 

 

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