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#racconti dal Museo Archeologico di Cagliari. Puntata 91

Bentornati! Seguiteci nel tour virtuale del Museo Archeologico di Cagliari che anche oggi fa tappa a Bitia, Byt’n (Bitan) per i fenici che fondarono il primo insediamento almeno alla fine del 8° sec. a.C., sul promontorio dove ora sorge la Torre di avvistamento di Chia, nel comune di Domus De Maria.

La necropoli più antica, di cui abbiamo già parlato, ha restituito anche oggetti molto preziosi, come le uova di struzzo, decorate con diversi motivi e lavorate per essere utilizzate come brocca (con l’inserimento di parti in avorio oggi perdute) e coppa per bere.
Sulla “brocca” si stende una decorazione a motivi geometrici che, in origine, era rivestita da laminette verosimilmente in argento.

Dalla necropoli fenicia proviene anche la parte terminale di un torciere bronzeo di tipo cipriota, simile agli altri esemplari ugualmente legati al culto rinvenuti a Tadasuni e a S’Urachi, San Vero Milis.

Oltre alle sepolture di età fenicia, Antonio Taramelli, Soprintendente alle Antichità della Sardegna, scoprì negli anni ‘30 del Novecento anche un luogo di culto dedicato presumibilmente a Bes, dio guaritore e benefico di origine egiziana. All’interno del tempio fu ritrovata proprio la statua in arenaria esposta fuori vetrina.
L’area fu ulteriormente indagata negli anni ’50, ad opera di Gennaro Pesce, Soprintendente della Sardegna, quando fu rinvenuto un consistente deposito sacro sotto il pavimento del tempio. Tra le offerte erano presenti numerose statuette in terracotta, che rappresentano i malati nell’atto di toccare le parti del corpo per le quali chiedono la guarigione. La datazione per le statuette e gli altri ex-voto, come la prua e la testa di statuetta in terracotta, è l’età romana repubblicana (fine 3° – 1° sec. a.C.).

Nella vetrina è esposto anche un corredo funerario di una sepoltura di età repubblicana, datata più precisamente tra la fine del 2° e gli inizi del 1° sec. a.C.
Nel corredo si trovano vasi di tradizione punica e ceramiche da mensa in vernice nera prodotte in area campana e altre fabbricate localmente ad imitazione dei recipienti importati.

Tra i reperti di età romana esposti nella vetrina ci sono anche i frammenti della decorazione del letto funebre di una sepoltura ad ustrinum degli inizi del 1° sec. d.C. Sono frammenti in osso e avorio raffiguranti animali fantastici, Eroti ed il celebre gruppo di Amore e Psiche. Assieme sono stati trovati unguentari in vetro a forma di volatile ed una moneta di età tiberiana.

 

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