Bentornati per una nuova puntata del tour virtuale del Museo Archeologico di Cagliari.
Oggi continueremo a parlare del ripostiglio di bronzi di Monte Sa Idda a Decimoputzu. Era composto da 174 manufatti destinati a essere rifusi. Vi erano oggetti rotti o consunti assieme a panelle di rame.
Tra gli oggetti rotti vi è anche un’ansa di bacile decorata con due grosse borchie dai margini in rilievo, unite da bande con motivo a spina di pesce. Su ciascuna borchia sono presenti 3 chiodini per il fissaggio dell’ansa.
La datazione è molto ampia, tra 12° e 8° secolo a.C.
A differenza dei bronzetti, che erano realizzati con la tecnica di fusione a cera persa, le coppe, i bacili e i calderoni di bronzo laminato erano prodotti percuotendo un disco di bronzo con un martello dalla punta arrotondata. Le anse erano realizzate a parte e venivano fissate al recipiente con chiodini.
Un’idea dell’aspetto del bacile di Monte Sa Idda ce la danno i reperti provenienti dal villaggio di Sant’Anastasia a Sardara. Lì, sotto la banchina della capanna n. 5, fu scavato un ripostiglio, dove furono riposti armi e utensili in bronzo all’interno di un dolio sigillato da lingotti in piombo. Accanto al dolio erano deposti 3 bacili impilati l’uno sull’altro.
Il contenuto del ripostiglio di Sant’Anastasia è stato esposto proprio al secondo piano del Museo Archeologico di Cagliari fino a pochi anni fa.