Bentornati per un nuovo appuntamento virtuale con i reperti esposti nel Museo Archeologico di Cagliari. Oggi vi parliamo dei ritratti sulcitani.
Da Sulci (odierna Sant’Antioco) in particolare dalla località “Su Narboni”, provengono tre ritratti, identificabili con gli imperatori Claudio e Tiberio e, nel caso della statua in abiti militari, con il figlio di quest’ultimo, Druso Minore.
Sono in marmo bianco di buona qualità, realizzati verosimilmente in una officina urbana (ossia della città di Roma), sia per la loro buona esecuzione stilistica, sia per il fatto che le fattezze fisionomiche di ognuno dei personaggi sono rispondenti a esemplari provenienti da diverse province dell’Impero e di conseguenza derivati da modelli di riferimento, probabilmente sottoposti al controllo del potere centrale.
I ritratti ufficiali, ossia quelli destinati agli imperatori e ai membri della sua famiglia, erano realizzati scegliendo sapientemente ogni tratto fisionomico per sfruttare appieno le potenzialità propagandistiche del ritratto stesso, che permetteva di far circolare in tutto l’Impero romano, anche nelle province più lontane e impervie, un’immagine omogenea del potere.
Questo legame indissolubile tra ritratti ufficiali e potere politico chiarisce anche perché gli esemplari rinvenuti in Sardegna siano tutti, con forte verosimiglianza, di produzione urbana (ossia realizzati a Roma, centro del potere), soprattutto per ciò che concerne la testa, considerata la parte più importante del corpo e quindi quella cui era affidato il cuore del messaggio propagandistico. Non è da escludere, infatti, che il corpo delle statue potesse essere elaborato in loco in officine e da artigiani locali e che all’altezza delle spalle un incavo realizzato appositamente dovesse ospitare le teste, realizzate a parte e inserite in seguito, come dimostra la lavorazione del collo della maggior parte di esse.
I tre esemplari conservati al Museo sono in realtà parte di un gruppo più ampio caratterizzato dalla medesima provenienza da Sulci, che comprende frammenti, sempre marmorei, appartenenti a statue sia maschili che femminili e resti di basi e iscrizioni.
All’interno della regione di “Su Narboni”, da cui i pezzi provengono, si evidenzia l’area detta del Cronicario dove, a partire dal 1983, ripetuti scavi archeologici hanno restituito l’abitato romano dell’antica Sulci.
Gli scavi hanno messo in luce, tra le molte altre, strutture riferibili a un’area pubblica che con grande probabilità potrebbe essere il foro della città. Non è pertanto da escludere, anzi appare molto probabile, che i ritratti rinvenuti a “Su Narboni”, compresi i tre conservati nel nostro museo, altro non fossero se non parte dell’apparato decorativo del foro stesso e formassero una sorta di galleria che aveva lo scopo di celebrare la gens giulio-claudia.
Numerose iscrizioni romane documentano, inoltre, l’esistenza nel territorio di Sulci di proprietà private appartenenti proprio all’imperatore Claudio, ritenuto forse l’artefice dell’istituzione del municipium di Sulci e legato alla città di Sulci.
Tra il 1882 e il 1886 i registri di inventario del Museo, ricordano la scoperta di alcune statue acefale e almeno due ritratti ufficiali, tutti di periodo romano, dal sito di “Su Narboni”.
Uno raffigura l’imperatore Tiberio che fu adottato da Augusto nel 4 d.C., entrando formalmente a far parte della gens giulio-claudia, gli successe al trono alla sua morte nel 14, rimanendo saldamente alla guida dell’Impero per ventitré anni, ossia fino al 37 d.C.
Probabilmente parte di una statua (come suggerisce la lavorazione del collo), la testa in esame è alta circa 0,40 m ed è realizzata in un marmo bianco con patina giallognola a grana molto fine.
La parte posteriore della testa è lavorata sommariamente, fatto che rende plausibile che la sua collocazione originaria non dovesse comportare una visione a 360 gradi, ma esclusivamente frontale.
L’altro è identificato con l’imperatore Claudio, membro anch’egli della gens giulio-claudia, che dopo essere succeduto a Caligola fu a capo dell’Impero romano dall’anno 41 al 54 d.C. Originariamente parte di una statua, questa testa in marmo bianco con patina giallognola a grana molto fine è alta circa 0,39 m. Come nel caso del ritratto di Tiberio, anche per Claudio la lavorazione è poco accurata nella parte posteriore.
Il viso, dalle fattezze giovanili, ha la tipica forma triangolare con fronte bassa nota dagli altri ritratti di Claudio che circolavano in tutte le province del vasto Impero romano.
Nel prossimo appuntamento vi parleremo meglio della statua in abiti militari, identificata come Druso Minore, figlio di Tiberio.