Bentornati per un nuovo appuntamento virtuale con i reperti esposti nelle vetrine del Museo Archeologico di Cagliari che aderisce alla campagna promossa dal MIBACT #iorestoacasa.
Abbiamo già visto la terza vetrina del percorso cronologico e oggi vi mostreremo da vicino una delle statuine di dea madre esposte. Si tratta di una statuina in terracotta alta poco meno di 5 cm, mancante della testa e della parte inferiore, proveniente dallo scavo all’esterno della tomba 5 del sito di Montessu a Villaperuccio.
La necropoli di Montessu è una delle più significative testimonianze prenuragiche nell’isola con le sue oltre 40 domus de janas, le sepolture ipogeiche scavate nella roccia. La necropoli è rimasta in uso dal Neolitico finale (4000-3500 a.C.) al Bronzo antico (1900-1700 a.C.).
Le sepolture più semplici hanno una camera di un metro di diametro con un basso soffitto. Ma la maggior parte delle domus de janas di Montessu sono pluricellulari, formate da più ambienti, ciascuno dei quali presenta nicchie, colonne sbozzate, incisioni parietali e coppelle.
La statuina rientra nello schema cruciforme️, tipico delle dee madri di cultura di Ozieri, con il corpo a placca, le braccia ad alette, i seni ben in evidenza e la sporgenza dei glutei.
Sulla superficie sono presenti tracce di ocra rossa, sostanza dalla fortissima valenza simbolica, che richiama il colore del sangue e la sua forza vitale.
Le tracce rosse non sembrano disposte casualmente, ma sembrano costituire una sorta di mantello che copre le spalle della figurina.
La maggior parte delle dee madri è stata rinvenuta in contesti funerari e il loro significato sembra quindi essere legato ad un’idea di rigenerazione, con la divinità rappresentata con elementi fortemente femminili e “materni” depositaria del segreto della nascita e della morte.