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#racconti dal Museo Archeologico di Cagliari. Puntata 52

Bentornati per il nuovo appuntamento con i reperti del Museo Archeologico di Cagliari!

Oggi vi faremo scoprire da vicino un reperto ritrovato presso la Manifattura Tabacchi a Cagliari nella prima metà del Novecento. Si tratta di una figura maschile con barba e cappuccio sdraiata sul fianco scolpita in marmo bianco. Si pensa potesse essere un elemento ornamentale di una fontana dato che l’anfora su cui è appoggiata la figura è forata e da lì poteva sgorgare l’acqua.

Secondo l’archeologa Alessandra La Fragola in un articolo pubblicato sulla rivista Archeo nel gennaio 2018, il nostro elemento di fontana è da identificarsi con Telesforo, dio greco della convalescenza, fratello di Igea e figlio di Asclepio (Esculapio per i romani), dio guaritore per eccellenza.
La posizione sdraiata sul fianco richiama una raffigurazione di Telesforo dalla necropoli Vaticana, che ricorda l’episodio in cui il dio immerso in un sonno rituale e guaritore veglia l’urna del padre Asclepio.
Il cappuccio sul capo è di solito presente nell’iconografia di Telesforo, insolita è invece la folta barba dell’elemento cagliaritano.

Le raffigurazioni delle divinità guaritrici Esculapio, Igea e anche Telesforo sono datate a partire dal 1° secolo d.C., ma come fa notare Alessandra La Fragola si moltiplicano nel II secolo durante quella che viene chiamata la “peste antonina”, una lunga epidemia probabilmente di vaiolo legata alle guerre di confine condotte dall’imperatore Marco Aurelio.

 

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