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#racconti dal Museo Archeologico di Cagliari. Puntata 49

Siamo lieti di accompagnarvi in una nuova tappa del tour virtuale del Museo Archeologico di Cagliari.

Oggi vedremo le vetrine dedicate alle terrecotte rinvenute a Cagliari nella laguna di Santa Gilla e nel porto.

Nell’agosto 1891 un gruppo di pescatori ritrovano nella laguna in località Su Moguru anfore ed ex voto fittili.
L’anno successivo Filippo Vivanet proseguì le indagini progettando un sistema di paratie e sbarramenti mobili per riuscire a prosciugare l’ambiente di scavo subacqueo e ad operare quindi all’aria.
Furono scoperti più di 300 reperti prodotti con argilla locale e 3 lingotti di piombo.
Alcune anfore da trasporto contenevano ossa di animali con segni di macellazione, nocciole e coni di pino. La maggior parte dei reperti sono maschere, volti femminili, mani, piedi e animali realizzati a stampo su matrici molto usate.
L’abbondanza di questi reperti e il loro ritrovamento in una zona circoscritta sembra far riferimento alla presenza di un’officina di produzione probabilmente associata ad un santuario.
Anni dopo emersero dalle acque del porto di Cagliari splendide teste ed ex-voto prodotte quasi certamente dalle medesime officine dei reperti della laguna.

Il primo ritrovamento avvenne nel 1936 durante i lavori di dragaggio per la realizzazione del molo di Ponente. L’allora soprintendente Doro Levi scoprì numerosi reperti di ceramica simili a quelli di Su Moguru.
Negli anni ‘80 fu individuato un deposito di materiali ceramici nella zona del porto antistante la via Roma dalla quale provengono numerose anfore greco italiche di grande formato e Dressel 1 ed occasionali anfore puniche e ceramica campana a vernice nera.
Negli anni ‘90 fu recuperata una bellissima testa di grandi dimensioni che potrebbe raffigurare Ermes e alcune mani di cui una regge un’elsa, una riporta un’iscrizione punica così come alcuni piedi.
Inoltre fu rinvenuto un delfino realizzato a matrice che si ricollega alle raffigurazioni di animali da Santa Gilla.

 

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