Bentornati all’appuntamento con il viaggio virtuale nelle sale del Museo Archeologico di Cagliari che continua a mostrarvi i reperti contenuti nelle sue vetrine.
Oggi vi faremo conoscere i reperti ritrovati nella necropoli di Tuvixeddu a Cagliari, esposti nel primo piano del Museo.
La vita del colle come area funeraria durò diversi secoli ed anche le sue vicende come area archeologica non furono facili nè lineari.
Già nell’Ottocento si alternavano scavi regolari e scavi clandestini, entrambi più interessati alla ricerca dell’oggetto prezioso piuttosto che a capire il contesto. Fortunatamente le cose sono cambiate, come scrive Donatella Salvi in “Tuvixeddu, un parco fra ieri e oggi”: «sono cambiati i metodi di scavo, la registrazione dei dati, il rispetto dei contesti: non è più l’oggetto che si impone con il suo valore estetico, la sua preziosità o la sua rarità a prevalere nel concetto di scoperta. Sono le associazioni che si ripetono o che variano, sono gli accorgimenti adottati nell’aprire le nuove fosse senza danneggiare quelle esistenti, sono i riutilizzi a distanza di tempo di una stessa cella che consentono di ricostruire avvenimenti e azioni e in sostanza di comporre frammenti di una storia che ha soltanto nello scavo i propri documenti.»
La nuova sensibilità e attenzione che gli archeologi hanno sullo scavo rispetto agli studiosi e ai cercatori di tesori ottocenteschi e dei primi del Novecento, ha fatto sì che nelle vetrine del Museo di Cagliari trovassero posto anche oggetti frammentari e poco appariscenti a fianco a veri e propri capolavori.
La ricchezza dei corredi funerari di Tuvixeddu è comunque davvero sorprendente e testimonia la presenza a Cagliari di una comunità fiorente e dai gusti raffinati. Gioielli in metalli preziosi, amuleti in talco, rasoi, specchi riccamente decorati, ceramiche importate dalla Grecia sono solo alcuni esempi di oggetti che accompagnavano i defunti nell’aldilà, sistemati ordinatamente all’interno delle camere funerarie scavate nel cuore del colle.