Prosegue il tour virtuale nelle sale del Museo Archeologico di Cagliari; oggi parleremo della vetrina dedicata ai reperti dell’età romana imperiale.
In questo periodo la ceramica più diffusa è la “sigillata”, ceramica fine da mensa, prodotta a stampo che deve il suo nome alla presenza di decorazioni a rilievo (sigilla) oppure al marchio di fabbrica (sigillum) sul fondo, anche se questa ipotesi è la meno probabile.
È presente sigillata di produzione italica, sud gallica e africana, che si differenzia per le caratteristiche della vernice, le decorazioni e anche i periodi di produzione.
La ceramica “a pareti sottili” continua ad essere prodotta anche in età imperiale con le sue forme destinate al consumo del vino come coppe, tazze e boccaletti.
Dalla mensa romana provengono anche alcuni recipienti di vetro, un’hydria, bottiglia con ansa, un bicchiere con iscrizione augurale in greco e un modiolus, grosso bicchiere con ansa, utilizzato come cinerario.
Da PortoTorres proviene un ricchissimo bracciale in lamina d’oro da Porto Torres, lavorato a sbalzo con motivo a baccellatura, rinforzato con il riempimento a caldo di zolfo.
Un gruppo di statuette in bronzo sono legate all’ambito religioso; si tratta di un Lare, divinità familiare romana, di Aristeo, dio che secondo il mito, insegnò agli uomini l’apicoltura e perciò viene rappresentato col corpo coperto di api e del Sardus Pater, divinità locale adottata dal pantheon romano, col caratteristico copricapo piumato.
Alla sfera del culto sono legati anche i busti in ceramica raffiguranti la cosiddetta Sarda Caeres, ovvero la dea Cerere, protettrice delle messi.
Della lamina bronzea da Dorgali parleremo meglio nel nostro prossimo appuntamento…