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#racconti dal Museo Archeologico di Cagliari puntata 35

Bentornati per un nuovo appuntamento virtuale con i reperti esposti nelle vetrine del Museo archeologico di Cagliari. Oggi osserveremo i reperti legati al commercio in età punica.

La vetrina 24 del percorso cronologico espone reperti legati alla religiosità nella Sardegna punica.

Tra le raffigurazioni divine sono presenti dee dallo stile punico con influssi egittizzanti e grecizzanti, alcune legate alla sfera della fertilità mostrano i seni scoperti. Le figurine e le teste in terracotta erano destinate ad essere appese grazie al foro di sospensione sul capo.

Una divinità di origine egiziana che ebbe grande “successo” in Sardegna è il dio Bes, raffigurato barbuto e tarchiato e dal viso vagamente felino sia stante che seduto come suonatore di aulòs. Nel deposito votivo del santuario di Bes a Bitia (Domus de Maria) furono rinvenuti i cosiddetti “idoli a bottiglia”, statuine in terracotta di devoti che chiedono la guarigione al dio salutifero. Ciascuna figura segnala un differente male, indicando con la diversa posizione delle braccia la parte del corpo dolente.

Analogo significato hanno le statuette da Neapolis di cui parleremo nel prossimo appuntamento.

Parte della vetrina è dedicata alle maschere apotropaiche in terracotta che avevano la funzione di spaventare gli eventuali intrusi e proteggere il sonno dei defunti.

Anche le iscrizioni in lingua punica riguardano l’ambito religioso. In una si ricorda l’erezione di un santuario a Cagliari e in un’altra, proveniente da Capo S. Elia si parla della dedica alla dea Astarte di un altare sul promontorio.

 

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