Vi diamo il bentornato ad una nuova tappa del nostro tour virtuale attraverso le vetrine del Museo Archeologico di Cagliari.
Nella ventitreesima vetrina del percorso cronologico sono esposti reperti legati al commercio in età punica. Grande impulso fu dato dai dominatori cartaginesi agli scambi commerciali, con l’arrivo in tutta l’isola di materiali d’importazione, che testimoniano i contatti con le altre civiltà del Mediterraneo. Si tratta in particolare di ceramiche etrusche e greche, queste ultime particolarmente apprezzate fin dall’antichità per la loro raffinatezza e le decorazioni particolarmente elaborate.
Dall’Etruria provengono i buccheri, le tipiche ceramiche dalla superficie nera lucente, imitante il metallo. Le forme sono legate al simposio di cui parleremo meglio venerdì…
Sono di produzione etrusca anche una coppa e tre unguentari per olii profumati con forma e decorazione imitante modelli corinzi.
La ceramica attica è ben rappresentata nella tipologia a figure rosse, con una coppa raffigurante un uomo con mantello, degli unguentarii con raffigurazioni di animali, una coppa con civetta risalente al 5° secolo a.C. ed i cosiddetti gutti, piccoli recipienti destinati a contenere olii e profumi, che con questi contenitori potevano essere versati goccia a goccia.
Per la tipologia a figure nere troviamo le piccole lekythoi, versione miniaturistica di contenitori per olii e profumi. Da Tharros provengono l’anfora con rappresentazione della lotta tra Teseo e il Minotauro, datata intorno al 530 a. C. e le due coppe con scene di corteggio dionisiaco, ovvero il corteo di satiri e menadi che seguiva il dio Dioniso, datate fra la fine del 6° e l’inizio del 5° secolo a. C.
Altre produzioni attiche sono le ceramiche a vernice nera, coppe e piatti con decorazione impressa a stampo, lucerne, ovvero lampade ad olio. Il rivestimento era ottenuto con un’argilla ricca di ossidi di ferro che durante la cottura assumeva la colorazione nera lucida. Questo tipo di ceramica trovò una straordinaria diffusione nel Mediterraneo a partire soprattutto dal 4° secolo a. C. e fu anche largamente imitata.