Anche adesso che il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari ha riaperto al pubblico continua il tour virtuale️ tra le sue vetrine. Oggi faremo tappa davanti ai reperti di età fenicia (750 – 510 a.C.).
Ad essere esposti sono prevalentemente reperti in ceramica, provenienti quasi tutti da sepolture.
In età fenicia il rituale funerario prevalente era l’incinerazione, che spesso avveniva nell’ustrinum, ossia quel luogo della necropoli destinato alla cremazione.
Le ceneri del defunto e i resti ossei incombusti venivano raccolti e conservati all’interno di urne cinerarie o di olle o altri recipienti di terracotta di uso quotidiano.
Il contenitore per i resti incinerati assieme agli oggetti di corredo era deposto direttamente a contatto con la nuda terra o in una cista litica, ossia una fossa rivestita di lastre di pietra.
Nella vetrina sono esposti oggetti provenienti da varie sepolture della necropoli di Bitia, la città di origine fenicia che si trovava nella zona dove ora sorge la località turistica di Chia.
Il tipico set da corredo funerario era composto da un’olla a corpo globulare, al cui interno erano contenute le ceneri, il coperchio era costituito da un piccolo piatto. Tra le offerte c’erano poi le brocche con orlo trilobato, vasi legati al consumo rituale del vino, le brocche cosiddette con orlo a fungo che contenevano unguenti profumati con i quali venivano cosparsi i corpi dei defunti, inoltre piatti ombelicati e vasetti di importazione.
Tra gli oggetti importati vi sono alcuni frammenti di kylix (coppa su piede) di produzione greco-corinzia o euboica e alcune anforette in bucchero, la tipica ceramica etrusca di colore nero.
Le ceramiche fenicie sono spesso semplicemente ingobbiate ed inornate, anche se è presente in alcune la vernice red slip, uno strato di argilla rossa molto lucida.