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#iorestoacasa dal Museo Archeologico di Cagliari puntata 24

La cultura non si ferma e anche il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari aderisce alla campagna del MIBACT #iorestoacasa che mette a disposizione una ricca offerta culturale fruibile comodamente da casa.
Continuiamo ad illustrarvi alcuni dei reperti più importanti esposti nelle vetrine del museo.
Oggi il nostro soggetto è il grande bronzetto nuragico raffigurante un Capotribù proveniente dalla località Monte Arcosu, ora oasi montana protetta nel territorio di Uta a poche decine di chilometri da Cagliari.
Il bronzetto con la sua altezza di 40 centimetri sovrasta decisamente le altre figurine nuragiche. La raffigurazione è quella tipica dei cosiddetti capitribù, doppia tunica, ampio mantello, copricapo a calotta, pugnaletto ad elsa gammata appeso alla bandoliera e bastone. A differenza del capotribù di Abini – Teti di cui abbiamo parlato in precedenza, che con la mano sinistra stringe un bastone nodoso e tiene la destra sollevata e aperta in segno di preghiera, il bronzetto di Monte Arcosu impugna con la mano destra una spada a lama larga appoggiata sulla spalla.
La vicenda del ritrovamento del gruppo di bronzetti di Monte Arcosu è abbastanza misteriosa e anche l’ipotetico sito archeologico (un santuario?) di riferimento rimane totalmente sconosciuto.
Il canonico Giovanni Spano, eminente studioso e archeologo sardo, nel Bullettino Archeologico Sardo racconta che nel 1849 un carpentiere di nome Francesco Pani, mentre tagliava legna in montagna per caso scoprì sotto una pietra sette statuette di bronzo e otto spade ugualmente di bronzo, mezzo sepolte dalla terra. La ricerca fu allargata anche alla zona circostante, ma senza trovare nessuna traccia né di edifici, né di sepolture, perché secondo lo Spano i bronzetti dovevano far parte di un corredo funerario.
Per le statuette e le spade di Monte Arcosu non conosciamo quindi il loro contesto originario, ma come aveva già compreso il canonico furono rimosse e nascoste nel luogo in cui poi furono scoperte.
Il gruppo di reperti è di eccezionale bellezza e valore, primo fra tutti spicca certamente il Capotribù, poi tutte le altre figure: un fromboliere, due lottatori raffigurati durante il combattimento, un arciere, un guerriero con scudo e spada, due oranti. Bellissima e ben conservata è anche la spada votiva con un animale trafitto.
La datazione di questi bronzi è da far risalire all’età del Ferro tra il 10° e il 7° secolo avanti Cristo.

 

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