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#iorestoacasa dal Museo Archeologico di Cagliari puntata 20

Il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari aderisce alla campagna promossa dal MIBACT #ioresto a casa – La cultura non si ferma.
Oggi potrete osservare uno dei bronzetti, il cosiddetto Capotribù, proveniente dal santuario nuragico di Abini – Teti in provincia di Nuoro

La località di Abini si trova ad una decina di chilometri dal paese di Teti, strategicamente posizionata in una valle vicino ai guadi del rio Taloro e sulla via della transumanza che portava uomini e greggi tra il Campidano e le zone più interne della Sardegna.
Il villaggio santuario di Abini per la sua importanza, testimoniata dall’abbondanza di bronzetti, spade votive e altri oggetti in bronzo ritrovati a più riprese, era probabilmente un santuario federale, dove si recavano devoti di tante tribù nuragiche. I culti che vi si svolgevano dovevano essere legati all’acqua; il fulcro del luogo sacro è infatti il tempio a pozzo circondato da un ampio recinto con sedili di pietra e vaschette per la raccolta dell’acqua sacra ricavate nel pavimento in granito.
I primi ritrovamenti risalgono al 1865, quando un gruppo di pastori di Teti scavarono tra i ruderi alla ricerca di tesori trovando bronzetti, armi e strumenti di bronzo che attraverso varie mani, tra le quali quelle di Giovanni Spano, giunsero al Regio Museo di Cagliari.
Nel 1878 i cercatori di tesori del paese si misero nuovamente all’opera pensando di abbattere un vecchio olivastro cresciuto tra i filari delle costruzioni nuragiche. Sotto le radici trovarono una grande olla di terracotta e alcuni ripostigli lì intorno che contenevano spade votive raccolte in fasci, una ventina di bronzetti con impiombature, manici in bronzo, punte di lancia, stiletti e aghi crinali, panelle di rame e un lingotto di piombo, per un totale di più di 100 chili di metallo.
Il bronzetto del Capotribù proviene appunto dal rinvenimento del 1878 che fu acquistato dal prof. Vivanet e donato al Regio Museo di Cagliari.
La statuetta è alta circa 20 centimetri e sotto i piedi presenta i perni che la tenevano infissa nella roccia.
Il viso è articolato nel classico schema a T, con la linea orizzontale delle sopracciglia e quella verticale del naso. Indossa un copricapo a calotta sulla testa ed è vestito di una doppia tunica corta e di un lungo mantello con il bordo decorato.
A tracolla sul petto ha una bandoliera con un pugnaletto ad elsa gammata e per il resto non ha armi. La mano destra è sollevata e aperta, in segno di preghiera e nella sinistra stringe un bastone nodoso, comune alle altre statuine raffiguranti capitribù.
Il bronzetto è datato all’età del Ferro tra il 10° e il 7° secolo avanti Cristo.
Il capotribù di Abini è stato scelto tra gli altri bronzetti simili rinvenuti in altre località, per il percorso tattile del Museo. Attraverso scansione con laser scanner e successiva stampa 3D è stata realizzata una copia in resina del reperto che i visitatori del Museo possono trovare nel percorso e toccare!

 

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