Sabato 15 dicembre, il Museo Archeologico di Cagliari ha presentato il volume “Efisio. Martirizzato dai romani, santificato dai cristiani, venerato dai contemporanei”, curato da Roberto Concas, Manuela Puddu e Anna Maria Marras.
Alla presentazione, oltre ai curatori della pubblicazione, hanno partecipato il direttore del Polo museale della Sardegna, Giovanna Damiani, l’Arciconfraternita di Sant’Efisio, e l’assessore Marzia Cilloccu, in rappresentanza del Comune di Cagliari.
Dopo i saluti del direttore del Museo Roberto Concas, la dott.ssa Damiani ha presentato il volume come testimonianza del lungo e rigoroso lavoro scientifico intrapreso quasi un anno fa dal Museo Archeologico, che ha visto protagonista non un’opera d’arte, ma la figura storica e leggendaria del soldato e martire Efisio, legata in modo indissolubile all’identità e alla devozione non solo della città di Cagliari, ma di tutta l’Isola.
Il percorso espositivo ha avuto il merito di mettere in luce opere, come quelle di epoca romana o tardo antica, sovente messe in ombra dalle collezioni di epoca preistorica, nuragica, o fenicio-punica, e di valorizzare i riti e le tradizioni secolari della Festa del Santo che fanno parte dell’immenso patrimonio di cui la Sardegna è probabilmente la custode più ricca a livello nazionale, e per i quali è stato chiesto l’avvio del riconoscimento quale Patrimonio Immateriale dell’Unesco.
Il volume, dal taglio originale e innovativo, non può essere considerato il catalogo della mostra – ha sottolineato la dott.ssa Damiani – ma presenta tutto il percorso che va dalla progettazione alla realizzazione e all’allestimento, sino ai numerosi approfondimenti e conferenze interdisciplinari, che hanno animato il museo dal mese di aprile sino al mese di settembre del 2018.
Le curatrici del volume, Manuela Puddu e Anna Maria Marras, hanno illustrato in maniera dettagliata i numerosi saggi e contributi scientifici che lo compongono, con temi che spaziano dall’archeologia all’antropologia, sino all’arte e alle testimonianze storiche tratte dai documenti d’archivio.
Manuela Puddu, vice direttrice del Museo, in particolare, ha spiegato com’è nata la mostra, insignita del marchio “Anno del patrimonio culturale 2018”, e in che modo è stata articolata. Ha inoltre sottolineato come il volume si possa configurare quale mezzo per fissare il contenuto, altrimenti effimero, delle mostre temporanee, e possa rimanere quale testimone per le generazioni future.
La curatrice Anna Maria Marras ha continuato nella descrizione dei temi che hanno costituito il volume e ha evidenziato come la mostra sia stata l’occasione per esporre per la prima volta i Plutei di San Macario, ricordando così il Prof. Roberto Coroneo che li aveva studiati in maniera approfondita.
La serata si è conclusa con un coinvolgente concerto di musica Jazz di Joe Murgia al sax e Salvatore Spano al pianoforte.
Testo e foto di Silvia Pierazzi