Nell’ambito delle iniziative legate alla mostra “Efisio. Martirizzato dai romani, santificato dai cristiani, venerato dai contemporanei”, si è svolta ieri al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari una conferenza dal titolo “La prima processione di S. Efisio a Cagliari: 15 gennaio 1564”. Relatore il dottor Roberto Porrà, ex Reggente della Soprintendenza Archivistica per la Sardegna, ed autore di oltre una cinquantina di articoli fra riviste e volumi sulla storia della Sardegna e tematiche archivistiche. Il lavoro presentato ieri, frutto di ricerche operate in associazione con lo storico dell’arte Nicola Settembre, ha voluto mettere in luce le origini della processione che si svolge ogni anno a Cagliari il 15 gennaio in onore del Santo Martire Efisio. È stato grazie ai suoi studi all’Archivio del Capitolo Metropolitano di Cagliari, che il dottor Porrà (ci racconta lui stesso) si ritrovò fra le mani un documento che faceva riferimento alla solenne processione che doveva svolgersi fra la Cattedrale di Cagliari e la Chiesa di Sant’Efisio a Stampace, voluta fortemente da un tale Bartolomeo Fores che, a seguito della donazione dell’ingente somma di 125 lire, chiese al Capitolo Metropolitano di istituire annualmente tale processione. La domanda che seguì nacque in maniera naturale: chi era Bartolomeo Fores?
Nonostante il suo cognome, di ascendenza tipicamente iberica, nasce e vive a Stampace: figlio di un farmacista del quartiere ed imparentato con figure di grande spicco, decise in età adulta di dedicarsi al commercio marittimo, traendone enormi profitti. I documenti dell’epoca lo presentano come una persona di enorme spessore morale, ligio alla legge ed estremamente competente: a lui venne affidata prima l’amministrazione dei tributi dei feudi più importanti della Sardegna, gli Stati di Oliva, e successivamente la reggenza della Real Tesoreria della Sardegna. Ma non si parla solamente di un personaggio facoltoso e capace, ma soprattutto di un uomo di una profondissima religiosità, tanto da nominare suo erede universale l’Ordine dei Gesuiti, che lui stesso aiutò ad insediarsi in Sardegna. Il periodo storico in cui visse Bartolomeo Fores fu infatti un’epoca di profondi cambiamenti, molti dei quali interessarono la Chiesa: un periodo in cui anche il culto di Sant’Efisio, sempre profondamente sentito dai Cagliaritani, prese nuovo impulso vitale, con l’istituzione della processione del 15 gennaio e con il restauro della sua Chiesa, del quale si occupò sempre lo stesso Bartolomeo Fores, impegnatosi a procurare il legname necessario per la riparazione del tetto. La sua figura, tanto poco conosciuta quanto rilevante, grazie all’intervento del dottor Porrà ha avuto modo di rinnovare il suo lontano lustro alla mente degli auditori… ed a noi piace pensare che, dalle sale del Museo, lo stesso Efisio abbia colto qualche parola ed abbia sorriso al ricordo del suo illustre e devoto benefattore.
Testo a cura di: Matilde Sara Frau