11 luglio 1652: una data importante per la storia di Sant’Efisio e Cagliari. È quella della prima documentazione scritta formale del voto perpetuo assunto dai Consiglieri e cittadini dell’allora Consiglio Generale della Municipalità di Cagliari, davanti al diffondersi della peste in Sardegna.
Invocano l’intercessione di Sant’Efisio affinché la città sia salvata dal contagio: “…tutti unanimi e concordi hanno determinato e giurato con voto solenne che la Città faccia festa, ogni anno in perpetuo, dando cinquanta libbre di cera ed intervenendo essa e la musica per rendere solenne la festa…”.
Si tratta di un voto espresso dal potere laico che affianca la Chiesa: infatti “…deliberano di inviare un’ambasciata all’Arcivescovo …perché si regoli in modo che d’ora in poi si faccia festa…ogni anno il giorno della festa e nell’ottava, con musica…per renderla più solenne.”
Questo primo impegno sarà poi integrato da successive decisioni che obbligheranno le casse municipali anche a favore della Chiesa di Sant’Efisio.
Straordinario rimane il richiamo della festa e della musica: questi caratteri fanno dell’evento un’occasione unica che raccoglie insieme l’intero patrimonio culturale della Sardegna in tutte le sue componenti.
La documentazione di queste importanti testimonianze ancora oggi è conservata negli archivi del Comune di Cagliari, della Curia Arcivescovile di Cagliari e dell’Arciconfraternita del Gonfalone di Sant’Efisio Martire a memoria di un impegno mai interrotto.
“Ad attrus annus”dichiara il Presidente dell’Arciconfraternita la notte del 4 maggio da oltre 362 anni nella Chiesetta a Stampace. Si riconferma così la fiducia ininterrotta in Sant’Efisio da parte di Cagliari e di tutta la Sardegna.
Barbara Terenzi