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Il futuro della Basilica di San Saturnino tra conservazione e valorizzazione
Dialoghi di archeologia, architettura, arte e paesaggio12 dicembre 2024

Giovedì 12 dicembre ore 17:00 vi aspettiamo presso la Basilica di San Saturnino in piazza San Cosimo a Cagliari per l’incontro “Il futuro della Basilica di San Saturnino tra conservazione e valorizzazione”. 

Patrizia Luciana Tomassetti, Architetta, Direzione Regionale Musei Nazionali della Sardegna e Direttrice della Basilica di San Saturnino, terrà l’incontro nell’ambito della rassegna “Dialoghi di archeologia, architettura, arte e paesaggio” a cura di Maria Antonietta Mongiu e Francesco Muscolino. 

  

La Basilica di San Saturnino, il più conosciuto edificio della Sardegna cristiana, sorge, nel suburbio orientale, nel luogo che, dopo essere stato tra le più estese necropoli di Carales, accolse la sepoltura del martire, ucciso nel 304, nelle persecuzioni dioclezianee. Si tratta di uno dei primi loca martyrum della Sardegna che, nelle geografie martiriali, non solo di Saturnino, nei millenni, è quello che si è maggiormente strutturato sul versante architettonico e nell’immaginario dei sardi. Vi sorse la basilica che il vescovo nordafricano Fulgenzio vide, ai primi del VI secolo, e nei pressi della quale costruì monastero e scriptorium. La splendida struttura con cupola fu messa in opera, probabilmente, nel VII secolo. Quattro secoli dopo il manufatto e le aree contermini furono date in concessione ai benedettini dell’Abbazia di San Vittore di Marsiglia. Saturnino/Sadurru, identifica la civitas, la cittadinanza cagliaritana, nella Carta in lingua sarda in caratteri greci minuscoli (1081/1089), conservata nell’Archivio del Dipartimento del Rodano. Un altro scritto sempre in lingua sarda con i caratteri greci, maiuscoli, (1108/1130), è venuto alla luce nell’Archivio capitolare di Pisa. La Basilica ha vissuto i momenti più rilevanti di Cagliari, dall’assedio aragonese nel 1324 all’attacco francese nel 1793 ai bombardamenti nel 1943. Soprattutto, di una delle pagine più complesse della cristianità quale la cosiddetta ricerca dei corpi santi, attivatisi in Europa nel XVII secolo. Ritrovare il sepolcro di Saturnino, dal 1614, fu uno degli obiettivi che generò l’invenzione di decine di martiri. Si scoprirono mausolei, sarcofagi, tombe terragne, mense mosaicate. Anche la sepoltura di Lucifero, vissuto nel IV secolo, sulla quale fu eretta la chiesa barocca. A quale luogo più di San Saturnino si attaglia la frase di Oscar Wilde “La bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana”? La sua fascinazione, infatti, ha la meglio su ogni disattenzione e accanimento o su ogni stravagante sovrastruttura. Un manufatto irriducibile che tutto ha assorbito, consapevole di essere un testo principe della storia della Sardegna e del Mediterraneo. Nella Basilica di San Saturnino, la bellezza resiste, alimentata, in quasi due millenni, da pellegrini e oggi da decine di persone che la abitano ogni settimana, grazie ai Dialoghi di Archeologia Architettura Arte Paesaggio. In questa rinnovata stagione la Basilica, tuttavia, ha urgenza di una nuova fase di conservazione della materia originaria. Ha necessità, non meno importante, di facilitare la lettura e la comprensione del complicato palinsesto che lo caratterizza. Un percorso progettuale, iniziato da qualche anno, che necessita di ulteriore approfondita riflessione sia sulle scelte conservative come luogo culturale e come luogo di culto, universalmente riconosciuto dalla comunità, punto di riferimento della città e della Sardegna.   

L’incontro si terrà alle ore 17:00 presso la Basilica di San Saturnino oppure potrà essere seguito da remoto in diretta streaming su Facebook e YouTube. 

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