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I luoghi della passio: Cagliari e Nora in età protobizantina

I luoghi di Carales teatro della passio di Efisio nell’età bizantina in buona parte non vennero più utilizzati (praetorium, tribunal).

Il carcer oggi in via S. Efisio è noto solo dal medioevo.

Alcuni edifici dovevano essere in stato di rudere, ma certamente se ne manteneva il ricordo. Il racconto della passio tramanda che, quando Efisio fu portato al tempio di Apollo, tutte le statue pagane caddero e si ruppero in mille pezzi. Forse il narratore vedeva un edificio assai danneggiato.

Vicino al Capitolium in epoca ignota fu costruita una chiesa di San Nicola de Capusolio (de Capitolio), ricordata in un documento medievale.

Carales continuava ad essere una fiorente città portuale al centro del Mediterraneo, sede dell’autorità principale dell’isola, il praeses. La sua superficie si era notevolmente estesa, con nuove vie, portici e case dove oggi è il quartiere della Marina.

Numerose chiese avevano cambiato il suo volto: la città pagana era diventata una città cristiana.

 

A Nora, invece, in epoca bizantina il ricordo di Efisio era sicuramente forte nel cimitero che si incontrava prima dell’entrata della città, dove si trovava probabilmente la tomba che conteneva i resti del martire.

In quest’area si seppellivano anche i cristiani, che probabilmente sceglievano una posizione molto vicina al sepolcro. Le lastre tombali ritrovate ricordano fedeli che forse vivevano a Nora, ma anche un tal Rogatus, lector forse di una chiesa norense, che si occupava della cura spirituale degli abitanti.

Si pensa che sulla tomba fosse stato eretto un piccolo oratorio, una chiesetta, forse a forma di croce, che poi è stata inglobata nella chiesa riedificata dai monaci di San Vittore di Marsiglia.

Attorno a questo luogo dovette svilupparsi una forte devozione, che sopravvisse all’abbandono della città nei primi anni dell’VIII secolo.

Il santuario fu forse affidato ad una comunità di monaci e sicuramente era ancora frequentato prima che i monaci di Marsiglia facessero costruire l’edificio attuale, se ad esso erano destinati i marmi trasportati sul relitto che affondò fra le coste norensi e l’isolotto di S. Macario.

 

Testo di Rossana Martorelli

 

 

Chiesa di Sant’Efisio a Nora, edificata dai monaci vittorini sopra l’area funeraria dove si pensa sia stato sepolto il martire. (ph. Gianni Careddu [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], from Wikimedia Commons)

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