Giovedì 2 alle ore 17:00 presso la Basilica di San Saturnino, Piazza San Cosimo, Cagliari, si terrà il quindicesimo appuntamento dei “Dialoghi di archeologia, architettura, arte e paesaggio” organizzati dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Questa settimana Luciano Carta, storico Cagliari, terrà un incontro dal titolo“Giovanni Spano e il suo epistolario FAVOLOSO”.
L’evento sarà trasmesso anche in diretta streaming sul canale Youtube e sulla pagina Facebook del Museo.
Cade domani 3 marzo l’anniversario della nascita di Giovanni Spano.
Nacque, infatti, a Ploaghe (SS) nel 1803 da una famiglia di agricoltori che, come per altri sardi illustri, diviene agiata nel corso del
Settecento e che produsse la classe dirigente che ha connotato l’Ottocento sardo. Quinto di dieci figli studiò nel Seminario di Sassari.
Nel1820, ottenne il titolo di Magister artium liberalium e nel 1825 quello di Dottore in teologia. Fu ordinato sacerdote nel 1827 e nel 1830 conseguì il titolo di Dottore in filosofia.
Nell’agosto del 1831 si trasferì a Roma per studiare lingue orientali presso l’Università La Sapienza. Gli fu attribuita, nel 1834, la cattedra in Sacra scrittura nell’Università di Cagliari, vacante dopo la morte di Giacinto Hintz.
Viaggiò per studio in Italia e, persino, in Tunisia e nel maggio del 1839 divenne Bibliotecario dell’Ateneo cagliaritano, in sostituzione di Ludovico Baille. Ma la sua irriducibile passione per gli studi sulla Lingua sarda e sulle Archeologie della Sardegna non trovò convinti sostenitori tra gli accademici sardi, che giudicarono il suo lavoro “dispersivo” e interessato ad aspetti “vernacolari” del sapere.
Pertanto, nella primavera del 1842, Spano lasciò l’incarico di bibliotecario e, nel dicembre del 1845, tenne l’ultima lezione all’Università di Cagliari. Abbandonato l’insegnamento si dedicò completamente alle Archeologie della Sardegna e allo studio della Lingua sarda. Vasta la sua rete di relazioni e la corrispondenza epistolare con studiosi sardi, italiani, stranieri.
L’Epistolario di Giovanni Spano (1873-1878) è il più corposo che si conosca tra gli autori sardi dell’Ottocento. Esso, infatti, consta di 3.028 unità epistolari, conservate presso la Biblioteca Universitaria di Cagliari, indirizzate a 394 corrispondenti: 105 sardi, 62 stranieri e 227 italiani.
Tra i Sardi, oltre agli arcivescovi e vescovi delle diocesi dell’Isola, si segnalano, specialmente, Vittorio Angius, Giorgio Asproni, Ludovico Baille, Enrico Costa, Salvator Angelo De Castro, Raffa Garzia, Diego Mele, Giuseppe Manno Emanuele Pes di Villamarina, Giovanni Sotto Pintor, Francesco Sulis, Pasquale Tola.
Tra gli Italiani Michele Amari, Carlo Baudi di Vesme, Luigi Cibrario, Angelo De Gubernatis, Giovanni Battista De Rossi, Alberto Ferrero Della Marmora, Giuseppe Fiorelli, Costantino Nigra, Luigi Pigorini. Tra gli stranieri Luigi Luciano Bonaparte, Hermann Buchholtz, Léon Gouin, Wolfgang Helbig, Wilhelm Henzen, Albert de Luynes, Heinrich von Maltzan, Theodor Mommsen, Friedrich J. Neigebaur. Giovanni Spano mori a Cagliari il 3 aprile del 1878.
Nelle sue disposizioni testamentarie scrisse: «Lascio al Regio Museo di Cagliari il Medagliere della storia metallica di Savoia, che mi fu data in dono dal fu Generale Efisio Cugia col volume illustrativo pubblicato dal Ministro Torelli Milano, 1865. Più i volumi di Miscellanee archeologiche […].