Giovedì 22 maggio ore 18:00 vi aspettiamo presso la Basilica di San Saturnino in piazza San Cosimo a Cagliari per l’incontro “Date fondamentali nell’80° anniversario dalla fine della Seconda guerra mondiale”.
Giovanni Domenico Pintus, già Comandante del Comando Militare Autonomo della Sardegna, terrà l’incontro nell’ambito della rassegna “Dialoghi di archeologia, architettura, arte e paesaggio” a cura di Maria Antonietta Mongiu e Francesco Muscolino.
L’80° anniversario dalla fine della Seconda guerra mondiale interpella su cosa resti di una stagione densa di eventi tragici. Per i Dialoghi di Archeologia Architettura Arte Paesaggio, organizzati dai Musei nazionali di Cagliari a San Saturnino, la memoria non è compartimentata e la ricorrenza pretende centralità, come ha ribadito il Presidente Mattarella. Sono sempre meno i sopravvissuti della generazione che ha vissuto accadimenti drammatici, per lo più dimenticati. Dovrebbero essere ammonimento per un popolo che allora fu, diffusamente, acquiescente e che pagò col sangue le decisioni velleitarie e l’autoritarismo del regime fascista. Ancora resta il disonore che Vittorio Emanuele III e il Maresciallo Badoglio hanno scaricato sull’immagine degli italiani. Fecero prima decadere Mussolini, il 25 luglio del 1943, arrestandolo nella residenza privata del sovrano con un espediente; per poi fuggire a Pescara il giorno dopo l’8 settembre 1943. Una fuga che alla famiglia reale vide associati ministri, alti gradi militari e funzionari di governo. Avvenne che oltre 700.000 italiani in uniforme furono disarmati, caricati sui carri bestiame e avviati ai campi di prigionia in Germania. Potevano scegliere se aderire alle forze armate repubblichine; concorrere allo sforzo industriale bellico tedesco, oppure sperare di sopravvivere da Internati Militari Italiani (IMI). L’epilogo della Divisione Acqui a Cefalonia, l’affondamento della corazzata Roma presso le Bocche di Bonifacio, e altri eventi mortali, restituirono la sensazione di una nazione alla deriva. Accadde, invece, che il 9 settembre 1943 si creasse a Roma il Comitato di Liberazione Nazionale; mentre i militari che cercavano di sottrarsi alla cattura dei tedeschi davano vita al primo embrione di quelli che poi divennero gruppi partigiani che concorsero alla lotta di liberazione. Si passò dalla disperazione alla possibilità di battersi per la libertà. Da lì, finalmente, il 25 aprile 1945 la liberazione dal nazifascismo. Ricorrenza annuale. Chi la ritiene divisiva non conosce la storia. Quella che descrive 20 mesi di guerra civile, sempre più precisa alla luce degli ultimi riscontri documentali che emergono dagli archivi nazionali ed esteri, segretati per almeno cinquant’anni. Attestano che il movimento di resistenza sia stato un fenomeno militare e sociale collettivo, omnicomprensivo. La storia come ricerca della verità porta a coltivare la memoria degli accadimenti di ottant’anni per far emergere le differenze nei comportamenti. Infatti, come ebbe modo di affermare il Generale C.A. Alberto Li Gobbi, Medaglia d’Oro al Valor Militare conferitagli in vita, eroe della resistenza, tre volte condannato alla pena capitale e altrettante sfuggito miracolosamente alla morte “…siamo tutti uomini, soltanto uomini: tutti potenzialmente eroi, tutti potenzialmente vili.”
L’incontro si terrà alle ore 18:00 presso la Basilica di San Saturnino oppure potrà essere seguito da remoto in diretta streaming su Facebook e YouTube.