Giovedì 13 febbraio ore 17:00 vi aspettiamo presso la Basilica di San Saturnino in piazza San Cosimo a Cagliari per l’incontro “Comunanze culturali e retaggi dell’eredità bizantina e ottomana tra negazione e realtà storica”.
Nicola Melis, Professore di Storia del Mediterraneo ottomano presso l’Università degli studi di Cagliari, terrà l’incontro nell’ambito della rassegna “Dialoghi di archeologia, architettura, arte e paesaggio” a cura di Maria Antonietta Mongiu e Francesco Muscolino.
I vari sentieri che i Dialoghi di Archeologia Architettura Arte Paesaggio stanno prospettando si traducono nell’osservazione più adeguata delle insospettabili complessità della storia della Sardegna. Si sta evidenziando quanto la storia non sia compartimentata e che le cronologie, spesso convocate come discrimine e fulcro, sono solo strumenti che non esauriscono le traiettorie. Può succedere allora che nei luoghi di margine, anche in Sardegna, si rinvengano accumulazioni, assenti o poco registrabili, allo stato, laddove si sono generate. D’altra parte, la concretezza della cultura materiale oltrepassa date, dominatori, ideologie. Di fatto nei manufatti può succedere che le declinazioni etniche si mischino oltrepassando, persino, i differenti modi e mezzi di produzione. Ancora di più nella cultura immateriale. Un meticciato culturale che ideologismi ed etnicismi, variamente titolati, hanno cercato di semplificare o, addirittura, di rimuovere o negare. Ecco perché riflettere e interrogarsi su quanto nella ricostruzione del passato sia necessario indagare sul pensiero degli storici e del loro punto di vista. Le ideologie nazionaliste e post-imperialiste hanno, ad esempio, costruito narrazioni identitarie esclusive, cancellando le comunanze culturali e i retaggi storici condivisi. Questo processo non è stato solo il prodotto di dinamiche interne ai nuovi stati indipendenti, ma il risultato di strategie più ampie, in cui le potenze imperialiste europee e nordamericane hanno avuto un ruolo centrale. Per esempio, la rimozione dell’eredità bizantina e ottomana ha risposto a logiche di dominio e ridefinizione geopolitica, frammentando artificialmente continuità storiche e giustificando nuovi equilibri di potere. In Turchia, in particolare, la costruzione dell’identità repubblicana ha comportato una rottura con il passato ottomano e la negazione delle influenze bizantine, mentre negli stati arabi e balcanici l’eredità ottomana è stata spesso respinta come un’imposizione imperialista (il “giogo turco”). Parallelamente, gli apparati culturali e accademici occidentali hanno contribuito a rafforzare questa cesura, diffondendo una visione della storia che oppone l’Europa al suo “altro” orientale. Anche grandi figure, come lo storico turco Mehmed Fuad Köprülü, hanno legittimato una separazione netta tra il mondo ottomano e quello bizantino, oscurando le interazioni e le sovrapposizioni tra questi spazi. Tuttavia, una lettura più attenta rivela come queste fratture siano costruzioni moderne, nate da esigenze di potere piuttosto che da reali cesure storiche.
L’incontro si terrà alle ore 17:00 presso la Basilica di San Saturnino oppure potrà essere seguito da remoto in diretta streaming su Facebook e YouTube.