Quando nel 1933 Antonio Taramelli scoprì la statua del dio Bes, rovesciata vicino all’altare nel santuario ai piedi della collina della torre di Chia, fece fotografare il grande simulacro. La fotografia, pubblicata in “Scavi e Scoperte”, mostra la statua in arenaria esattamente nel suo attuale aspetto, ad eccezione del copricapo. Sopra la testa, Bes aveva un elemento frammentario di forma trapezoidale e svasata. Con un po’ di immaginazione non è difficile intravvedere la parte residua del bel copricapo di piume che caratterizza la divinità.
Un’errata interpretazione o forse la rottura del residuo di copricapo portarono i restauratori della Soprintendenza a sovrapporre alla testa di Bes un piccolo riquadro in pietra spigoloso e regolare. Di questo maldestro intervento integrativo eseguito forse negli anni ’50, si perse traccia e memoria, tanto che il riquadro in questione divenne parte integrante della statua bithiense.
Durante la mostra “Arte en el dinero y dinero en el arte”, che portò la statua di Bes a viaggiare tra Salamanca, Madrid e Valencia, il direttore scientifico, il dottor Albert Ribas, notò la stranezza dell’acconciatura del nostro Bes e ne riconobbe la non originalità. Per mascherare l’errore volle esporre il simulacro con una corona di piume posticce, come in fotografia. Al rientro dal viaggio spagnolo il riquadro dell’errore fu rimosso ed ora non rimane sopra la testa di Bes che un piccolissimo residuo della base del suo copricapo un tempo piumato.