Il Museo Archeologico di Cagliari aderisce alla campagna del MiBACT #iorestoacasa e continua a raccontare virtualmente il suo percorso cronologico.
Oggi racconteremo un reperto poco conosciuto esposto nella prima vetrina e solo recentemente reintepretato.
Si tratta di un frammento di pietra porfirica risalente al Neolitico medio, in passato considerato parte di una statuetta di divinità maschile.
Con la vecchia lettura del reperto avremmo dovuto immaginare la figurina rotta all’altezza della vita con tronco e testa mancanti, la parte residua consisteva invece delle gambe e degli attributi sessuali maschili.
Gli studi del prof. Carlo Lugliè, professore di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari, hanno permesso di attribuire all’oggetto tutt’altro significato… si tratta infatti di un frammento di recipiente, in particolare dell’impugnatura a forma di animale con le corna ricurve, forse un ariete.
Il nostro reperto proveniente dall’insediamento neolitico di Cuccuru Is Arrius Cabras, può essere confrontato con un cucchiaio o un mestolo integro rinvenuto nel sito di Apazzu in Corsica.
Per ciò che riguarda la datazione non abbiamo dati del contesto originale, in quanto il reperto fu raccolto in superficie, ma può essere comunque inquadrato nella cultura di San Ciriaco di Terralba (seconda metà del 5° millennio a.C.).