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#iorestoacasa dal Museo Archeologico di Cagliari puntata 10

Continuate a scoprire con noi i reperti del Museo Archeologico di Cagliari che aderisce alla campagna del Mibact #iorestoacasa, una ricca offerta culturale fruibile da casa che permette di rimanere in contatto con l’arte e la cultura.

Oggi vi vogliamo far conoscere da vicino un piatto risalente alla cultura di Monte Claro, cultura dell’età del Rame del 3° millennio a.C.
Il piatto è esposto nella quinta vetrina del percorso cronologico assieme ad altri vasi, una situla, vaso cilindrico per attingere l’acqua, un piccolo orcio con beccuccio, un vasetto miniaturistico, un tripode, vaso con tre piedi per la cottura dei cibi. Tutti questi reperti erano parte del corredo funerario di una sepoltura, una scoperta nel 1905 sulla collina di Monte Claro a Cagliari, durante i lavori di spianamento del colle per la costruzione di un nuovo edificio del Manicomio cittadino.
Durante l’esecuzione degli scavi gli operai dell’impresa, la Ditta Mentasti, trovarono e distrussero i resti, fatto del quale si lamenta Antonio Taramelli all’epoca Soprintendente alle Antichità della Sardegna, riportando le vicende del rinvenimento.
La tomba era, nelle parole degli operai, scavata nella roccia a forma di forno con uno stretto pozzetto di accesso, riempito di terra e frammenti di roccia. All’interno assieme ai pochi resti scheletrici erano deposti come corredo, i vasi esposti.
La sepoltura doveva far parte di un’ampia necropoli che si estendeva fino alla zona di Sa Duchessa, dove furono ritrovate altre tombe di tipologia simile. Appartengono tutte alla cultura di Monte Claro, che prende il nome proprio dal colle cagliaritano. La cultura di Monte Claro era diffusa in tutta l’isola, pur con caratteristiche differenti nelle diverse zone. Il nord Sardegna si caratterizza per le prime opere di architettura difensiva, come il recinto fortificato di Monte Baranta a Olmedo e per gli estesi riutilizzi di domus de janas, le grotticelle artificiali neolitiche. Monte Claro è molto diffusa nella zona dell’Iglesiente, soprattutto da ritrovamenti in grotte naturali. Sono caratteristiche del Cagliaritano le sepolture a pozzetto con più cellette del tipo rinvenuto a Cagliari in via Basilicata e i villaggi con capanne dal fondo interrato e con un unico filare di pietre.
Il nostro piatto presenta come le altre ceramiche di Monte Claro dal Cagliaritano la superficie trattata a stralucido di un tipico colore arancio, tale effetto veniva ottenuto lucidando con una stecca in osso l’argilla quasi asciutta. L’interno del piatto non presenta decorazioni, mentre il retro è ornato da due fasce di triangolini impressi intervallate da solcature parallele; la zona della base ha un motivo a spina di pesce con la linea centrale liscia che va a riprendere l’ansa ugualmente inornata.
Il piatto con la sua caratteristica decorazione è diventato anche una copia in resina del percorso tattile del Museo, realizzato nell’ambito del progetto di accessibilità “Museo Liquido”. Ogni visitatore può quindi ripercorrere con il tatto le scanalature e la forma caratteristica di questo reperto significativo per l’Eneolitico cagliaritano.

 

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